Il 14 Lug 2007, 11:02, "Sab" <sabardit_at_tiscali.it> ha scritto:
> C'� un caso, mi pare, in cui viene violato il principio di conservazione
> dell'energia nel senso che l'energia si dissolve nel nulla.
>
> Prendo una ruota di bicicletta (staccata dalla bicicletta) la metto in
> rotazione e la sostengo dall'asse.
> Ho creato un giroscopio. Se ora provo a variare la angolazione dell'asse
> incontro una forza resistente (� proprio l'effetto giroscopico).
Pi� che altro se provi a variare l'angolazione dell'asse
dalla retta a alla retta a' applicando una forza ortogonale
all'asse a nella direzione della retta a' il giroscopio oppone
una forza, che per forze debolmente accresciute sar� pressoch�
uguale e contraria ma prende a ruotare intorno
ad un asse a'' nella direzione di a ed a' conservando l'angolo.
Se man mano che il giroscopio
ruota tu applichi ancora la stessa forza sempre in direzione di a''
otterrai che il giroscopio oppone sempre una forza uguale
e contraria e che ruota intorno ad a''. Applicando un valore
adeguato della forza potrai fare in modo che l'asse di rotazione
sia esattamente la bisettriche fra a ed a'. In questo modo nel momento
in cui l'asse ha raggiunto a' potrai smettere di applicare la forza
ed il giroscopio continuer� a ruotare intorno ad a'. Alla fine
non � stata spesa alcuna energia.
Se tieni l'asse di rotazione per mezzo di due manubri, puoi
comunque forzare un moto diretto da a ad a' lungo la direzione
pi� breve, ma in tal caso dovrai esercitare, man mano una forza
nella direzione ortogonale alla direzione di avanzamento. Siccome
lo sforzo muscolare antagonista ha un costo energetico, dovuto al
fatto che la contrazione muscolare richiede l'avvio di una reazione
chimica che ha un rendimento limitato, in tal caso spenderai una
certa quantit� di energia che finir� per aumentare la tua temperatura
corporea, producendo nel frattempo una quantit� di processi intermedi.
http://ffden-2.phys.uaf.edu/211.fall2000.web.projects/Daryl%20Johnson%20%3F%3F%3F/index.htm
Una situazione analogamente controintuitiva � esibita dal cosiddetto
paradosso del gatto che cade: i gatti si sa, cadono sempre in piedi,
per far questo si avvalgono della possibilit� di estendere e contrarre
le zampe nel mentre che ruotano il busto. Questa raddrizzata non �
loro indifferente dal punto di vista energetico, gli costa probabilmente
anche l'analogo della nostra adrenalina, per garantire un'attenta
coordinazione,
ma l'esito finale potrebbe essere ottenuto virtualmente senza alcun
dispendio
energetico. Ci si pu� chiedere comunque quant'� il minimo ammontare
di energia che occorre liberare e convertire in energia cinetica per
ottenere
una rotazione in un dato intervallo di tempo. Usando sistemi elastici
per il rilascio e la riconversione si pu� concludere che il processo �
idealmente
possibile senza costo energetico, pensa ad un sistema con tre manubri
e con un certo numero di molle eventualmente libere di muoversi.
> Applicando
> una forza sufficiente riesco comunque a variare l'angolazione dell'asse.
In
> questo modo ho compiuo un lavoro dato dalla F applicata * lo spostamento.
> Ma dove � finito questo lavoro? La velocit� di rotazione della ruota e
> quindi la sua energia cinetica � rimasta invariata. E quindi? Il lavoro �
> andato perso? O no ?.....
>
--------------------------------
Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Sat Jul 14 2007 - 17:22:54 CEST