Re: Dimensioni dell'universo

From: dumbo <_cmass_at_tin.it>
Date: Wed, 6 Jun 2007 17:10:38 +0200

"Piercarlo" <piercarlo_at_cdcromo.it> ha scritto nel messaggio
news:f40ofc$b8h$1_at_nnrp-beta.newsland.it...
> dumbo ha scritto:
>
>> e infatti, perch� mai la costante cosmologica L
>> dovrebbe stupire?

> Non ci siamo capiti. (...) Il problema � un altro: CHE COSA PRODUCE
> LA COSTANTE COSMOLOGICA?

Sono d' accordo che � un problema e che va risolto,
ma non mi sembra pi� drammatico di altri, tipo:
che cosa produce il carattere riemanniano dello
spaziotempo?

Riguardo all'analogia con la costante di Planck,
continuo a non condividerla: come dicevo, la RG
porta a una famiglia di equazioni gravitazionali,
in cui L pu� avere infiniti valori e fra questi lo zero
� solo uno degli infiniti possibili.

Quando Einstein nel suo articolo del 1916 sulla
RG pose L = 0 (dopo aver detto in una piccola
nota a margine che L in teoria potrebbe non essere
zero) lo fece perch� L = 0 rendeva le equazioni pi�
semplici e non urtava le osservazioni a livello di
sistema solare (le uniche di cui si occupava in
quell'articolo). Non certo perch� le basi della RG
impongano L = 0.

E infatti reintrodurr� L l'anno dopo, 1917, nel suo
modello cosmologico statico, senza con questo
cambiare minimamente le basi della RG.

Invece nella fisica classica (prequantistica) il quanto
d'azione non � nemmeno pensabile. Non deve esserci,
pena il completo cambiamento delle basi concettuali
della fisica.

Non condivido nemmeno il detto molto diffuso
(almeno a livello di divulgazione) secondo cui
L sarebbe una specie di " antigravit� "; io direi
semplicemente che esiste un fenomeno chiamato
gravit�, e che L � parte integrante del fenomeno.

Ciao,
Corrado
Received on Wed Jun 06 2007 - 17:10:38 CEST

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