Il 18 Mag 2007, 17:16, Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto:
> Sono davvero spiacente di non poter contribuire, ma non posso per pu'
> ragioni:
> a) mi manca in modo assoluto il tempo necessario
> b) molte di queste cose le sapevo parecchi anni, fa, mentre ora
> dovrei ripescare e ristudiare. e per di piu' cio' che sapevo e'
> certamente superato
> c) l'argomento e' assai complesso, e non si puo' sbrigare in poche
> battute; forse non si puo' neppure risolvere senza un lavoro molto
> piu' complesso di quello possibile in un NG
>
> Mi limito percio' a qualche flash...
Ho pensato che potrebbe risultare utile un mini-dizionario dei termini
ricorrenti. E qualche notizia di dettaglio sulla teoria di formazione
delle immagini. La prima elaborazione teorica risale a Gurney e Mott.
Si trovano decine di siti sull'argomento quindi non star� a ripeterne
alcuno, ma mi limiter� a riassumere le linee chiave della teoria in rapporto
al dizionario.
Grano: si intende letteralmente un pezzetto di alogenuro d'argento
immerso in una matrice gelatinosa. Un grano pu� essere monocristallino
oppure policristallino.
Centri di intrappolamento: ogni grano contiene una molteplicit� di difetti
superficiali ed interni che hanno la propriet� di favorire l'intrappolamento
di elettroni liberi ed il conseguente accumulo di carica negativa.
Quando un centro di intrappolamento diventa portatore di una carica negativa
si verifica che gli ioni di Argento, che hanno sempre una certa capacit� di
diffondere dentro il cristallo, avvicinandosi a questi centri di
intrappolamento,
completano la propria shell, passando dallo stato di ioni legati allo stato
di
atomi liberi. Quando un atomo libero si ferma in un difetto, la capacit� di
quel
difetto di attirare ulteriore carica elettrica aumenta e quindi i centri di
intrappolamento
vengono a formare complessi che contengono da un atomo a qualche centinaio
di atomi di argento.
Immagine latente: i grani che saranno stati esposti alla luce conterranno
complessi di argento allo stato atomico, gli altri saranno ancora
policristalli
di alogenuro d'argento. La reazione di sviluppo � una reazione molto lenta
in presenza di alogenuro d'argento, ma viene catalizzata dalla presenza di
atomi d'argento liberi all'interno del grano.
Nelle emulsioni pi� sensibili sono sufficienti da tre a sei atomi di grani
d'argento per catalizzare la reazione di metallizzazione dell'intero grano,
nelle pellicole meno sensibili ne occorrono fino a qualche decina.
Quello che � stato sospettato a lungo � che questi atomi devono
insistere sullo stesso difetto reticolare per potere catalizzare l'immagine.
Questo � stato effettivamente dimostrato nel 1986 grazie all'inclusione
artificiale di cluster di argento di dimensione controllata.
Lo sviluppo si esegue tenendo la lastra in soluzione per un tempo
sufficiente
da trasformare in argento i grani che contengono atomi di argento allo stato
libero e non troppo lungo da evitare che anche i grani di alogenuro di
argento
puro si metallizzino.
Dopo di ci� si procedeva al fissaggio mediante lavaggio della parte di
alogenuro d'argento residua. Occorre ora sapere una cosa ulteriore,
se vogliamo discutere e mettere a punto una definizione di sensibilit�
di sviluppo, dal tool elementare che ho costruito in una e-mail precedente.
Siccome, indipendentemente dal volume dei grani, � sempre sufficiente
lo stesso numero 3-6 di atomi di argento puro entro il grano per catalizzare
la conversione di tutto il grano in argento, ne segue che per basse
esposizioni
� utile e sufficiente procedere ad uno sviluppo ad elevato contrasto (pi�
bianco e
nero che toni di grigio)
Per la fotografia ordinaria, tuttavia, occorre sapere oltre all'efficienza
fotoelettrica, anche la velocit� di conversione del grano di alogenuro
d'argento in grano di argento puro, in funzione del numero di atomi
di argento puro presenti prima dell'immersione nella soluzione di
sviluppo.
Su questo non ho trovato informazioni molto precise.
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Received on Tue May 29 2007 - 17:28:22 CEST