Re: Taylor: dati alla mano-

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Fri, 18 May 2007 17:16:11 +0200

Sono davvero spiacente di non poter contribuire, ma non posso per pu'
ragioni:
a) mi manca in modo assoluto il tempo necessario
b) molte di queste cose le sapevo parecchi anni, fa, mentre ora
dovrei ripescare e ristudiare. e per di piu' cio' che sapevo e'
certamente superato
c) l'argomento e' assai complesso, e non si puo' sbrigare in poche
battute; forse non si puo' neppure risolvere senza un lavoro molto
piu' complesso di quello possibile in un NG

Mi limito percio' a qualche flash...

Difetto di reciprocita'.
A quanto ricordo dai dati che conoscevo, sembra che la relazione valida
a basse intensita' fosse del tipo t prop. 1/I^2 invece che 1/I.
Non dimenticate che questa legge va intesa come relativa ad
annerimento (densita') costante del negativo, ossia in senso
macroscopico medio.

Taylor.
Impossibile sapere che proprieta' avessero le emulsioni usate da
Taylor. Non credo proprio che a quel tempo si sapesse niente della
fisica e della chimica del processo fotografico...

Grani e risoluzione.
Sicuramente le dimensioni del grano sviluppato sono parecchio maggiori
di quelle del microcristallo da cui proviene.

Immagine latente.
Mi pare di ricordare che ci siano due livelli:
- occorrono due fotoni per far si che l'immagine sia stabile, ossia
che non svanisca col tempo
- ne occorrono di piu' (quanti?) perche' diventi sviluppabile.
Inoltre ho letto che nella formazione dell'imm. latente giocano un
ruolo essenziale le impurita' di zolfo presenti nei microcristalli.
Non ho idea di che cosa si sappia oggi sull'argomento...

Non ho tempo di pensare ai calcoli di Albert0 e di verificarli.
Direi solo che non mi sembra realistico credere che una stella
illumini un solo pixel: la qualita' ottica dell'obiettivo non e' cosi'
perfetta...
-- 
Elio Fabri
Received on Fri May 18 2007 - 17:16:11 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Sun Nov 24 2024 - 05:10:16 CET