Bruno Cocciaro ha scritto:
> Dire che "lo spazio tempo ha una struttura pseudo-Euclidea", a me pare una
> maniera pomposa per dire una cosa banale, di significato fisico
> sostanzialmente vuoto o ovvio.
> Altro punto in cui discordo con Minkowski (cosi' come con Logunov che lo
> cita, ma anche con tanta altra gente che concorda con lui) e' nel famoso
> scritto del 1908 che Logunov riporta alla pag. 55:
> "Henceforth space by itself, and time by itself, are doomed to fade away
> into mere shadow, and only a kind of union of the two will preserve an
> indipendent reality".
> Per me lo spazio e il tempo sono enti *diversi* e lo spazio-tempo e' un
> semplice strumento matematico al quale possiamo essere portati ad attribuire
> una qualche "realta'" solo se ci facciamo prendere la mano dalle nostre
> descrizioni, cioe' se immagiamo come "reali" le nostre costruzioni mentali.
Ciao Bruno,
il rilievo che fai evidenzia lo scontro fra platonici, realisti
geometrici, kantiani e relazionisti in tutte le loro varianti. Tale
scontro non � sopito, anzi � quanto mai attuale nella fisica
contemporanea ed influenza direttamente il credito che viene dato alle
teorie e l'interpretazione di esse da parte di scuole diverse della
comunit� scientifica.
Prima di entrare nel merito, permettimi ancora una volta di "difendere"
Poincar�: � vero che Poincar� afferm� diverse volte che la geometria
euclidea � una convenzione, ma � anche vero che scrisse che (se
disponibile) la descrizione della realt� da parte di una teoria che
faccia uso di una geometria euclidea � sempre preferibile, per motivi di
semplicit�, ad una che abbia bisogno di una geometria non-euclidea.
Premetto anche che nel presente post non entro nel merito della tua
frase "lo spazio e il tempo sono enti diversi", per mancanza di
spaziotempo (pardon, di tempo). :-) In effetti in poche parole hai
sollevato questioni fisiche fondamentali e "gigantesche".
Per il fisico platonico di oggi, i concetti e le entit� anche
matematiche non sono inventate, ma scoperte. Il matematico *scopre*
*fatti* indipendenti sia dalla mente sia dal linguaggio usato per
descriverli. Esiste una corrispondenza, un "isomorfismo", per cosi dire,
tra fatti matematici e fatti fisici, dove i primi hanno un *primato*
esplicativo ed ontologico sui secondi. Questo che ho forse
impropriamente definito "isomorfismo" (alcuni autori definiscono il
concetto "duplicazione fra mondo matematico e mondo fisico") ha un
significato molto profondo: coimplica che il mondo fisico nella sua
interezza pu� essere razionalmente compreso per mezzo della matematica e
della geometria, e che esiste una realt� univoca potenzialmente
conoscibile. Il mondo puro di entit� matematiche � causalmente inerte ed
esiste di per s� al di sopra del nostro spaziotempo, e tale credo �
rafforzato dalla cosiddetta "inferenza alla migliore spiegazione" che
senza dubbio ne rappresenta un indizio a favore. Invece, un problema per
me insormontabile di tale visione, � come sia possibile che noi, entit�
fisiche confinate nel nostro spaziotempo (o se preferisci nel nostro
spazio e nel nostro tempo) che utilizzano interazioni causali per
conoscere il mondo, possiamo entrare in contatto e addirittura
comprendere un mondo di entit� matematiche prive di causa ed effetto.
Illustri campioni "integralisti" di tale visione sono per esempio Max
Tegmark, Julian Barbour, mentre Roger Penrose e Stephen Hawking hanno
posizioni platoniche meno "dure", e pi� assimilabili al realismo
platonico e ai sostanzialisti. La principale differenza � dovuta
all'ipotizzare che le entit� matematiche e geometriche non risiedano in
un "mondo puro", non siano causalmente inerti, ma risiedano nello
spaziotempo oppure nello spazio e nel tempo. Le strutture matematiche
postulate per comprendere il mondo fisico, e questa secondo me � la
posizione di realismo geometrico di Minkowski ma non necessariamente
quella di Poincar� e di Einstein, interagirebbero con il mondo fisico e
sarebbero reali al modo di un sistema fisico nonch� indipendenti dalla
nostra esistenza. Scrivono Boniolo e Dorato a proposito della posizione
del realismo geometrico: "Le variet� 4-dimensionali di Minkowski e
Riemann esistono indipendentemente dalla mente umana che le scopre, e la
novit� essenziale introdotta dalla relativit� generale � che lo
spaziotempo, cio� la variet� stessa pi� la metrica, viene ad assumere
per la prima volta nella storia delle idee un ruolo dinamico. Questo
tipo di realismo sull'esistenza dello spaziotempo � chiamato in genere
sostanzialismo [...] se lo spaziotempo � in relazione fisico-causale con
la materia, allora esiste".
Tralasciando per brevit� il kantismo, che per la fisica contemporanea �
una mediazione tra il razionalismo platonico e l'empirismo (dove qui per
empirismo intendo quella dottrina secondo la quale l'osservazione �
fonte unica di conoscenza) mi sembra interessante accennare alla disputa
dei relazionisti contro i sostanzialisti, in quanto in essa risiede la
grande validit� della tua obiezione a Minkowski (che fra l'altro si pu�
far risalire addirittura a Leibniz). Se la visione di Minkowski ben
sintetizzata dalla frase da te citata fosse "assolutamente vera", tutti
i modelli fisici della SR e tutti i modelli diffeomorfi della GR devono
essere possibili, e inoltre lo spaziotempo della SR (e quello della GR)
devono essere quelli veri, definitivi e immutabili (a meno di variazioni
delle leggi fisiche che per� possiamo per il momento relegare
nell'ambito della metafisica e che comunque sarebbero inaccettabili per
un qualsiasi realista geometrico). Ma per un realista geometrico,
l'isoformismo matematica+geometria->realt� deve essere rispettato e la
realt� � assunta come univoca, razionale e comprensibile. Siamo quindi
arrivati ad un assurdo: il discernimento o viene effettuato dalle
osservazioni sperimentali (andando ad interrogare la natura, come dicevi
tu, e quindi discostandosi dal realismo geometrico) o viene fatto su
basi puramente metafisiche, ed allora avremmo una teoria fisica basata
su assunti metafisici.
In questo senso, ritengo che la posizione di Minkowski sia insostenibile
e porti a indebiti sconfinamenti della fisica verso la metafisica (non
sostengo qui che in generale alla fisica sia proibita la metafisica, ma
che in questo caso lo sconfinamento � del tutto non dovuto).
C'� poi un'altra obiezione, che per alcuni pu� essere pi� debole della
precedente ma che per me invece � importante: abbracciando la posizione
di Minkowski, Tegmark, Maudlin ed altri ancora, bisognerebbe ammettere
che la variet�+metrica della relativit� generale � quella *reale* e
*definitiva* e che inoltre qualsiasi futuro dato sperimentale *non*
falsificher� la GR. Ma questo per me implica che la GR sia la teoria
definitiva sulla gravit�, sullo spazio e sul tempo [sono conscio che
quest'ultima implicazione non � banalmente vera e pu� essere soggetta a
critiche], ed epistemologicamente e fisicamente tale posizione �
difficilmente condivisibile.
Ciao,
Paolo
Received on Tue Apr 24 2007 - 15:17:05 CEST
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