Re: la definizione di reazione vincolare
Gentile Prof Fabri
Prima di tutto la ringrazio di aver risposto al mio quesito.
Devo per� constatare una certa oscurit� nel linguaggio del testo da
lei riportato.
>> Per ogni sistema materiale vincolato chiamero' _reazioni vincolari_ le
> forze effettive cui possono dar luogo circostanze completamente
> cancellate dai vincoli, adottando in contrapposto la denominazione di
> _forze attive_ [...] per tutte le altre forze effettive, nonche' per
> le eventuali forze apparenti del moto relativo
Posso per� riportare una definizione che ho trovato sul mio libro di
meccanica razionale:
"Sia un punto materiale soggetto ad un vincolo e supponiamo che su di
esso agiscano delle forze F "attive" date le condizioni iniziali di
posizione e velocit� compatibili con il vincolo l'integrazione di F ma conduce ad un moto che non verifica le equazioni vincolari.
Dobbiamo interpretare ci� ammettendo che sul punto materiale agisca
un'ulteriore forza R, detta reazione vincolare, che aggiunta
nell'equazione della dinamica:
F+R=ma
Fanno s� che il corpo si muova lungo il vincolo".
Il libro poi continua dicendo
"Il vincolo si dice liscio se R � in ogni istante normale al vincolo"
ecc...
Mi sembra che, al di l� di altre spiegazioni che affondano sul
microscopico e sui principi della dinamica (vedi il terzo principio)
un atteggiamento pragmatico di questo tipo tagli la testa al toro.
La saluto.
.
."
>
> Come vedi, non si fa nessun ricorso al terzo principio, e non ci si
> limita affatto al caso statico.
>
> > Infatti ad esempio se ho un corpo appoggiato all'interno di un
> > cilindro dotato di attrito che gira, l'oggetto subisce una reazione
> > vincolare non attribuibile al terzo principio visto che il corpo non
> > esercit� sul cilindro nessuna forza (osservando il sistema nel
> > riferimento inerziale).
>
> Ah no? Nessuna forza?
> E come va che se il cilindro non e' abbastanza robusto potrebbe
> deformarsi e anche rompersi?
> Proprio perche' il terzo principio vale *incondizionatamente*, se
> ammetti che il cilindro eserciti una forza sul corpo, anche questo
> esercita di sicuro una forza sul cilindro.
>
> > Ne segue che la definizione di "reazione" viene meno, visto che non
> > c'� nessuna "forza di azione" che agisca sul cilindro da parte del
> > corpo, ne segue che bisogna dare una definizione nuova all'azione del
> > cilindro sul corpo.
>
> Quello che e' infelice, anche se purtroppo ormai ineliminabile
> dall'uso, e' il termine "reazione" per le reazioni vincolari.
> Come pure e' assai improprio enunciare il terzo principio in termini
> di "azione e reazione", quasi che ci fosse un'asimmetria: l'azione
> causa la reazione, e non viceversa.
> In realta' azione e reazione nascono insieme, e non ha alcun senso
> considerare l'una causa dell'altra.
>
> Nell'esempio che fa Signorini, per esempio, ci sono "azioni molecolari
> esplicate su P da elementi estremamente prossimi di N'", ma cisno al
> tempo stesso azioni molecolari esplicate su N' da elementi estremamente
> prossimi di P.
> Quando P e N' si avvicinano ed entrano in contatto, gli atomi (o
> molecole) dell'uno esercitano forze sugli atomi (o molecole)
> dell'altro, in modo *totalmente simmetrico*.
> Cio' che causa entrambe (azione e reazione) e' l'entrata in contatto
> dei due corpi.
>
> > C'� qualche libro che definisca la reazione vincolare anche in
> > situazione dinamica? come va definita?
>
> Vedi sopra.
> Ma voglio sperare che anche oggi ci siano libri che trattano
> l'argomento in modo corretto...
>
> --
> Elio Fabri
Received on Sat Apr 14 2007 - 09:04:04 CEST
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