Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> Il punto
> e' che non c'e` affatto bisogno di avere una teoria corretta di uno
> strumento per fidarsi dei suoi risultati; l'estrapolazione da risultati
> noti e controllabili (es. il campanile di Padova visto col cannocchiale
> da Venezia) a risultati nuovi (es. i satelliti medicei) anche in assenza
> di una teoria dello strumento e' perfettamente razionale e comunissima
> nella pratica sperimentale. Gli epistemologi lo ignorano perche' sono
> teoricentrici. Una discussione estesa dell'argomento la trovi sul libro
> di Ian Hacking Representing and Intervening (it. Conoscere e sperimentare).
Ciao,
tuttavia se abbiamo uno strumento che ci sembra funzioni, ma non
sappiamo di preciso come e perch�, l'operazione va fatta con cautela;
infatti Galileo ha compilato delle mappe della Luna (alcune sono
mostrate anche nell'edizione italiana di "Contro il metodo") che sono
errate a livello macroscopico (con la nostra percezione, � possibile
vedere alcune differenze importanti addirittura ad occhio nudo).
Senza una teoria ottica pi� completa, e una teoria della percezione che
era di l� da venire, si spiega anche, in termini di difetti di
costruzione e problemi di percezione, come fosse possibile che diverse
persone usando il cannocchiale vedessero la Luna ognuna in modo diverso,
ma utilizzandolo per vedere cose gi� note nei dettagli (campanile che
citi) ci fosse consenso unanime.
Ciao,
Paolo
Received on Wed Mar 21 2007 - 17:15:50 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Sun Nov 24 2024 - 05:10:17 CET