Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> Io ritengo piuttosto strano che si possano prendere sul serio le
> ricostruzioni storiche di Feyerabend, cosi' distorte che persino il suo
> traduttore (!) le confutava nell'edizione italiana.
Ciao,
a distanza di quasi 35 anni dalla prima stesura di "Contro il metodo" e
di altri lavori, trovo che gran parte delle analisi di Feyerabend siano
molto accurate e che siano ulteriormente confermate da fatti del periodo
in cui viviamo. Basta considerare quello che � successo alla fisica
delle alte energie negli ultimi 20-25 anni, o al caso esemplare della
presunta fusione nucleare a basse temperatura inizialmente annunciata da
Fleischmann e Pons. Naturalmente, nessuna analisi � perfetta.
Il traduttore dell'edizione in italiano di "Contro il metodo" non
confuta proprio un bel niente, tanto meno le ricostruzioni storiche di
Feyerabend; invece interpreta un paio di affermazioni di Galileo in
maniera diversa, in un contesto diverso. L'interpretazione di un paio di
frasi di Galileo ad opera del traduttore, quand'anche fosse legittima (e
su questo ci sarebbe da discutere), non sposterebbe la validit� della
ricostruzione e delle conclusioni di Feyerabend, e tanto meno ne
rappresenterebbe una confutazione. Inoltre una analisi che verte sugli
imbrogli e sui trucchi perpetrati dai grandi scienziati per supportare
un nuovo paradigma pu� essere fatta per numerosissimi altri casi che
prescindono da Galileo (per un noto esempio, vedi sotto).
> Personalmente penso
> che l'unico merito di F. sia stato di distruggere l'illusione che possa
> esistere un "libretto d'istruzioni" per il metodo scientifico. Per il
> resto, meglio rivolgersi altrove.
A parte che quand'anche questo fosse l'unico merito, sarebbe un merito
di capitale importanza...
Il merito di Feyerabend, secondo me, va anche un po' oltre, ed � quello
di aver strenuamente difeso l'autonomia dei miti scientifici contro un
metodo che tendeva (e che purtroppo ancora tende) a bloccare il
progresso scientifico (qualsiasi cosa intendiamo per progresso), e di
aver mostrato che quelli che per il metodo sono trucchi e scorrettezze,
in realt� sono applicati da tutti i grandi scienziati e sono essenziali
per il progresso e per far accettare un cambiamento di paradigma nel
senso spiegato da Kuhn. Mi vengono in mente, per fare esempi pi� recenti
di Galileo, Einstein e Eddington. Quest'ultimo collabor� con Einstein
per supportare la relativit� generale sulla base di evidenze
sperimentali del tutto inconsistenti; � ormai storicamente provato che
Eddington non rese pubblico circa il 90% dei dati raccolti sulla
deviazione della luce nel campo gravitazionale del Sole, selezionando
solamente il rimanente 10% che poteva essere strumentalmente utilizzato
per supportare la relativit� generale, e scartando se non ricordo male
18 fotografie su 20. Questa truffa si � per� rivelata importantissima
per far accettare ad una pi� vasta quantit� di scuole dell'establishment
della comunit� una teoria che nei decenni successivi si � rivelata
utile, potente, elegante e fondamentale per il progresso della fisica.
Senza la truffa di Eddington ci sarebbero voluti chiss� quanti altri
anni o decenni per poter far accettare la relativit� generale.
Quindi per Feyerabend (e per me) Eddington, Galileo, Laplace, Einstein
ecc. ecc. hanno operato per una causa che ritenevano giusta, e quindi
nell'ottica del progresso scientifico hanno fatto benissimo.
> Non vedo perche' la richiesta di Elio Pandolfini debba essere rubricata
> sotto l'etichetta di "progresso per accumulazione".
Il progresso per accumulazione a cui si riferiva Elio non era connesso
solo alla teoria dell'etere, ma ad un discorso pi� generale secondo il
quale da ogni teoria successiva si pu� derivare la precedente. Non
Feyerabend, ma lo stesso Kuhn ed altri ancora hanno dimostrato che ci�
non � in generale vero. Pertanto, io nego che la derivabilit� di una
teoria precedente da una successiva sia un criterio valido per ammettere
il nuovo paradigma. Un criterio del genere deve essere seguito solo
quando fa comodo. Ho l'impressione che paradossalmente questa mia
constatazione, che � una *difesa* della meccanica quantistica (e anche
della relativit� speciale) contro i rigurgiti di teorie basate su un
etere simile a quello luminifero (ovviamente m.q., RS e RG non hanno
certo bisogno della mia difesa, ma siamo in un newsgroup dove si
discute), sia stata interpretata invece come una difesa della teoria
dell'etere. Al contrario, � proprio da un punto di vista positivista (o
ultra-razionalistico) che le teorie pi� nuove prestano il fianco ad
attacchi da parte delle vecchie scuole, perch� sar� sempre possibile
trovare piccole o grandi anomalie che non vengono inquadrate
correttamente dal nuovo paradigma.
Se seguissimo il falsificazionismo alla Popper, dovremmo abbandonare
molti modelli attuali per gli stessi motivi per i quali � stata
abbandonata la teoria dell'etere. Ma questo paralizzerebbe il progresso
scientifico e ci avrebbe privato di molte, comode ricadute tecnologiche
avute proprio grazie ai nuovi paradigmi.
> Il discorso e'
> diverso: se uno vuole sostituire la MQ con un'altra teoria dovra'
> spiegare con essa la stessa fenomenologia spiegata dalla MQ, e spiegarla
> con analogo rigore; che significa, anche, rigore matematico. (Sto
> semplificando: so bene che il concetto di "spiegare la stessa
> fenomenologia" e' problematico, ma questo non significa che non si possa
> riconoscere quando una teoria ha un successo superiore alla precedente;
> storicamente si e' sempre arrivati ad un consenso). Siccome la MQ spiega
> una massa impressionante di dati, e spiegarli uno ad uno partendo da una
> teoria diversa e' un' impresa titanica, la scorciatoia consistente nel
> derivare le equazioni fondamentali della MQ dalla nuova teoria e' di
> fatto l'unica praticabile.
Non � un argomento valido contro la teoria dell'etere; sulla base di
questi presupposti, per coerenza dovremmo lasciar perdere anche la
relativit�, se considerassimo la meccanica quantistica pi� fondamentale
della relativit�: infatti, a tutt'oggi, non sappiamo derivare la m.q.
dalla relativit� speciale o da quella generale. Si pu� fare anche il
discorso inverso.
Usando le teorie in ambiti differenti (ed ecco di nuovo l'anarchismo
propugnato da Feyerabend) possiamo invece selezionare di volta in volta
la teoria che ci fa pi� comodo. Dobbiamo anche ammettere, in linea
teorica (sebbene le ricerche teoriche cerchino di farvi fronte) la
probabilit�, per quanto piccola, che relativit� e m.q. siano teorie
incommensurabili. Anche per questo nessuno si scandalizza se ai geometri
vengono insegnati a fare alcuni rilievi nell'ambito della teoria
geocentrica.
>> (guarda caso, proprio Kuhn e Feyerabend, prima di essere storici e
>> filofosi della scienza, erano anche fisici capacissimi).
>
> Chiedo scusa? Kuhn aveva un PhD in fisica, ma cambio' quasi
> immediatamente campo di studi in storia della scienza; non mi risultano
> suoi lavori di particolare importanza in Fisica.
Qualsiasi lavoro come "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" �
(per importanza) superiore, per la scienza in generale prima ancora che
per la fisica, al lavoro di gran parte dei fisici che si occupano di
scienza normale. Per quanto riguarda i lavori di particolare importanza
in Fisica, che Kuhn non ne abbia all'attivo non � una discriminante, in
quanto non mi risultano lavori di particolare importanza per circa il
99% dei "fisici accreditati" oggigiorno (almeno limitatamente alla
fisica teorica e sperimentale delle alte energie).
> Feyerabend studio'
> fisica per un po' di tempo ma non arrivo' nemmeno alla fine del corso
> perche' passo' a filosofia; in nessun caso puo' essere classificato come
> fisico, ne' capace ne' incapace.
Uno scienziato capace lo � anche al di fuori delle istituzioni, e
certamente i lavori di Feyerabend dimostrano che egli � senza alcun
dubbio un fisico capace.
> D'altro canto se lo fosse stato non
> avrebbe detto quella sciocchezza secondo cui i fisici di oggi dovrebbero
> dimenticare la meccanica classica e studiare solo quella relativistica.
Non equivochiamo, per Feyerabend l'anarchismo scientifico �
fondamentale, e questo implica anche che la scienza non deve soggiacere
alle prescrizioni di qualsiasi metodo. Qualsiasi esternazione o caustica
battuta tipica di Feyerabend non inficia il lavoro esposto in "Contro il
metodo" (a parte che, da un punto di vista didattico, c'� chi sostiene
che sarebbe meglio imparare i nuovi paradigmi prima di quelli vecchi);
se c'� qualcosa che non condividi, lo dovresti criticare nel merito, al
di l� delle note del traduttore e di un suggerimento didattico.
Ciao,
Paolo
Received on Tue Mar 20 2007 - 11:14:37 CET
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