Paolo Brini wrote:
> delle alte energie negli ultimi 20-25 anni, o al caso esemplare della
> presunta fusione nucleare a basse temperatura inizialmente annunciata da
> Fleischmann e Pons.
Sulle alte energie non mi pronuncio, non intendendomene abbastanza.
Sulla fusione fredda, sono d'accordo che ci sia stato lavoro "sporco",
soprattutto da parte di F&P. Che infatti hanno avuto la peggio. Come
questo convalidi le tesi di Feyerabend mi risulta misterioso.
> Il traduttore dell'edizione in italiano di "Contro il metodo" non
> confuta proprio un bel niente, tanto meno le ricostruzioni storiche di
> Feyerabend; invece interpreta un paio di affermazioni di Galileo in
> maniera diversa, in un contesto diverso.
Peccato che quella che tu consideri "l'interpretazione di un traduttore"
fosse invece l'interpretazione largamente piu' diffusa, direi dominante.
F. ovviamente ha tutto il diritto di non essere d'accordo con essa, ma
in tal caso ha il *dovere* di argomentare in favore della propria.
Presentandola invece come dato di fatto, F. commette due sbagli: primo,
da' a intendere che la sua interpretazione sia ovvia e scontata quando
invece non lo e' (e questo e' disonesto; ma non e' il solo punto in cui
lo fa, vedi piu' sotto); secondo, toglie qualunque valore alla propria,
visto che un'affermazione non dimostrata si assume falsa. Percio' e'
corretto dire che il traduttore confuta F.
> non sposterebbe la validit� della
> ricostruzione e delle conclusioni di Feyerabend, e tanto meno ne
> rappresenterebbe una confutazione.
Che la ricostruzione di Galileo fatta da F. faccia acqua non lo scopro
certo io: le critiche non sono certo mancate. Per dartene una che
probabilmente non conosci ancora, ti fornisco questo link:
http://tinyurl.com/yt869f
Vedi anche la mia risposta a Valter Moretti.
> Il merito di Feyerabend, secondo me, va anche un po' oltre, ed � quello
> di aver strenuamente difeso l'autonomia dei miti scientifici
Sfortunatamente questa difesa lo portava a difendere l'astrologia (!), a
sostenere che la Fisica era una scienza di "notevole insuccesso" (!!) e
che era meglio la botanica. Personalmente se una epistemologia porta a
questi risultati non posso che concludere che si tratta di una
epistemologia in bancarotta.
> per il progresso e per far accettare un cambiamento di paradigma nel
> senso spiegato da Kuhn.
Naturalmente sai che Kuhn ha una visione parecchio diversa - ed in mia
opinione ben piu' attendibile - di come un paradigma viene fatto
accettare. Ma a questo proposito, per evitare di rimanere vittima di
semplificazioni semplicistiche, ti invito a leggere il suo The Black
Body Problem, una ricostruzione delle fasi iniziali della rivoluzione
quantistica. E' una lettura interessante, in quanto potrebbe essere
stata scritta da uno storico positivista-internista intransigente e di
fatto confuta alcune delle tesi espresse dallo stesso Kuhn nella
Structure (che, bada bene, era stata pubblicata una quindicina d'anni
*prima*).
> Eddington non rese pubblico circa il 90% dei dati raccolti [...]
> Questa truffa si � per� rivelata importantissima [ecc.]
Ho letto tempo fa un lavoro sull'argomento (forse di Pinch & Collins, un
duo di cui non cessa di sorprendermi la tendenziosita' ed
approssimazione nel trattare la storia della scienza - ma questo e' un
altro discorso) e non sono affatto convinto che sia possibile rubricarlo
sotto la voce "truffa". Non ho modo di effettuare un'analisi del caso
specifico, ma una cosa del genere e' stata fatta per casi altrettanto se
non piu' celebri, mostrando come ci fossero ottime ragioni di tipo
"biecamente razionalista" per scartare i dati. Vedi p.es. il caso della
misura di Millikan della carica dell'elettrone, come studiata da Allan
Franklin in The Neglect of Experiment.
> Quindi per Feyerabend (e per me) Eddington, Galileo, Laplace, Einstein
> ecc. ecc. hanno operato per una causa che ritenevano giusta, e quindi
> nell'ottica del progresso scientifico hanno fatto benissimo.
Puoi dire questo perche' hai un senso storico distorto: selezioni
inconsapevolmente le "truffe" (notare le virgolette) che hanno avuto
successo, ma trascuri quelle che sono state puri disastri, e che sono
probabilmente molte di piu'. Hai mai sentito parlare p.es. di Jan
Hendrik Schon, per esempio? E' un caso recente e ben noto.
> Il progresso per accumulazione a cui si riferiva Elio non era connesso
> solo alla teoria dell'etere, ma ad un discorso pi� generale secondo il
> quale da ogni teoria successiva si pu� derivare la precedente. Non
> Feyerabend, ma lo stesso Kuhn ed altri ancora hanno dimostrato che ci�
> non � in generale vero.
Kuhn e gli altri si riferivano alla deduzione della teoria come schema
concettuale. Ragione o torto che abbiano, non ha rilevanza sulla
necessita' di derivare la fenomenologia della vecchia dalla nuova (con
le dovute cautele), che e' quello che sostengo. Quello che scrivi qui e
nell'immediato seguito e' quindi irrilevante.
> Non � un argomento valido contro la teoria dell'etere; sulla base di
> questi presupposti, per coerenza dovremmo lasciar perdere anche la
> relativit�, se considerassimo la meccanica quantistica pi� fondamentale
> della relativit�:
Osservazione a vuoto, visto che non esiste nessuna ipotesi mainstream
che considerano questo. In effetti, mi viene da pensare che non ne
esistano proprio perche' non e' possibile immaginare come la relativita'
si possa derivare dalla MQ; ovvero il tuo e' un argomento a mio *favore*.
> Usando le teorie in ambiti differenti (ed ecco di nuovo l'anarchismo
> propugnato da Feyerabend) possiamo invece selezionare di volta in volta
> la teoria che ci fa pi� comodo.
Spero che tu non consideri questo come un portato feyerabendiano. Usare
teorie incompatibili in ambiti diversi e' una cosa che i fisici fanno da
generazioni, senza che nemmeno il positivista piu' zuccone avesse da
obiettare o da pensare che si trattasse di "anarchismo". Semmai e' visto
come pragmatismo: se si sa, in un modo o nell' altro, che la teoria in
uso funziona la si usa, anche se in linea di principio sarebbe migliore
un'altra. E rimandando il problema sulla compatibilita' "in ultima
istanza" delle due teorie al posto appropriato, cioe' al futuro.
> Qualsiasi lavoro come "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" �
> (per importanza) superiore, [ecc]
Stai facendo una tremenda confusione. Epistemologia e storia della
scienza da una parte, scienza dall'altra sono discipline distinte con
solo limitatissime sovrapposizioni. Un lavoro pubblicato in storia della
fisica non e' affatto un lavoro in fisica, come nopn lo e' il viceversa;
una persona puo' essere uno straordinario storico della fisica senza
essere un fisico, e viceversa. L'attivita' di Kuhn come storico quindi
non dice nulla sulle sue capacita' di fisico.
> Uno scienziato capace lo � anche al di fuori delle istituzioni, e
> certamente i lavori di Feyerabend dimostrano che egli � senza alcun
> dubbio un fisico capace.
Vedi sopra, con patate. F. non scrisse mai nulla di fisica, quindi non
era un fisico, punto. Puoi farmi cambiare idea menzionandomi qualche
lavoro che F. abbia fatto; se non puoi farlo, pero', saresti piu' onesto
ad ammettere di averne sparata una e ritrattandola.
> Qualsiasi esternazione o caustica
> battuta tipica di Feyerabend
Non si trattava di una battuta, ne' di un suggerimento didattico, ma di
una posizione seria su di una questione di principio (e se non ti fidi
di me, ti fiderai di Giorello che salta metaforicamente sulla sedia
menzionando questa frase). D'altro canto non e' la sola fesseria che F.
scrisse sulla fisica: Valter te ne ha menzionata un'altra. Io posso
citarti quando F. disse che la fisica non permette di dedurre il
magnetismo nella materia, "dimenticando" di dire che questo era un
problema della sola fisica *classica*, completamente risolto in quella
quantistica (F. arriva a dire che c'e` bisogno dei monopoli magnetici!).
Un "fisico capacissimo" queste cose le sa perfettamente. Non resta
dunque che concludere che F. era un fisico incapace, a meno che tu non
sia d'accordo col fatto che in realta' F. fosse competentee ma
profondamente disonesto.
Comunque mi aspettavo una tua risposta di questo tenore. Ho gia' visto
molte volte persone che pur di non ammettere la stupidaggine di
un'affermazione si arrampicano sui vetri invocando l'alibi della
"battuta", della "provocazione" e cosi' via. La realta' e' che una
provocazione o una battuta, in contesti seri, devono avere un fondo
sensato - magari molto esagerato, o stirato oltre il limite, ma sensato.
Quando questo non si verifica, una fesseria rimane una fesseria. E
questo e' purtroppo il caso citato di F..
--
Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
Received on Wed Mar 21 2007 - 12:01:46 CET