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From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Thu, 08 Mar 2007 02:59:52 GMT

Il 07 Mar 2007, 14:38, "Fatal_Error" <nospam_at_kkk.it> ha scritto:

> Che anche le piccole masse si attraggono gravitazionalmente � provato da
> numerosi esperimenti; di questi i pi� semplici si basano su bilance di
> torsione, un link fra i tanti:
> http://www.leybold-didactic.de/ga/3/332/332101/332101I.pdf
> Viceversa che un singolo atomo produca un campo gravitazionale �
deducibile
> dalle attuali teorie ma, per i valori in gioco, penso che un esperimento
in
> tal senso sia semplicemente impossibile. In verit� io sono "segretamente"
> convinto che un singolo atomo non produca un campo gravitazionale ma che i
> campi gravitazionali siano conseguenza di un "impaccamento" di atomi;

Ma pensi anche che i debolissimi effetti associati potrebbero
non avere alcun effetto su propriet� di sistemi come condensati
di atomi freddi o di luce, per esempio?

Io penso che
degli effetti geometrici debolissimi potrebbero sempre essere dovuti
in ultimo, al fenomeno della localizzazione, ma che abbiano una genesi
non locale, anzi siano un aspetto genuinamente collettivo.

In altre parole penso che potrebbe esistere solamente un continuo di
enti quantistici che generano fasi che si articolano poi in varie parvenze:
 interazioni a lungo range di tipo elettromagnetico
e poi una gerarchia di interazioni a corto range, il modo in cui globalmente
si
dispongono i campi elettromagnetici ed in cui si raggomitolano le
interazioni
a corto range, potrebbe essere un effetto autoconsistente legato al modo in
cui si articola la differenza di fase per effetto della evoluzione delle
fasi dei
campi (che penso per� non come campi rappresentati da numeri reali, bens�
come campi a valori in spazi funzionali che hanno una struttura pi� fine di
quello che � immediatamente osservabile su piccola scala, mentre questa
ricchezza strutturale � necessaria per le descrizioni globali, di questa
struttura
l'aspetto numerico � solamente una proiezione di grande importanza e peso
pratico, ma che non esaurisce gli enti descrittivi),
 su piccola scala ricostruiamo questa fase come interazione forte e su lunga
scala troviamo luogo a modulazioni della fase quantistica che
macroscopicamente
percepiamo come violazioni del principio di inerzia. Questo discorso si
traduce
in schemi logici e deduttivi espressi anche a mezzo di equazioni e
disequazioni,
al fondo delle quali ritroviamo le comuni osservazioni. Ma c'� pi� che una
fondata ragione per sospettare che non solamente io, del che non ci sarebbe
da meravigliarsi, ma persino tutti
coloro che con queste equazioni, disequazioni e con questi schemi logici
hanno molta maggiore dimestichezza,
non abbiano colto qualche idea pi� semplice e capace di dare scaturigine
alla penna di uno scienzato del futuro capace di produrre uno schema
altrettanto predittivo e comprensivo di tutti gli aspetti.


D'altra parte � opinione
comune che nel range analitico della scienza sia ben poco della sensibilit�
sintetica che � poi sempre all'origine pi� che al fondo dei sistemi
ipotetici
deduttivi o induttivi di maggior verit�. C'� da dire che in molti
non condividono questa aspirazione a costruire uno schema esplicativo
quantitativo tanto generale. Non pensano, per ragioni di metodo, che
abbia una utilit� conoscitiva autentica la capacit� di predire ci� che ci
�, alla fin fine, rivelato, a loro dire, per via empirica dai fatti e dalle
osservazioni
e solo da quelli. Ma altri obiettano che la tradizione ha un peso talvolta
vincolante e che nulla pensiamo che non sia gi� stato pensato, addirittura.
 
In questa larga schiera si raccolgono, entro la scienza,
posizioni per altre ragioni contrapposte
le une alle altre, ed � una disputa che affonda oltre lo steccato ed i
riferimenti
storici della discussione specifica. Tuttavia pu� giovare vedere dei
riferimenti
culturali che ci permettano di vedere con distacco le varie idee.

Basti ricordare che
la domanda che si � posta Luigi se la pose per la prima volta Newton,
asserendo
con la sua oscura pragmaticit� che in verit� non solamente gli atomi sono
capaci
di esercitare attrazione a distanza come la esercitano i pianeti, ma sono
capaci
di esercitare azioni di contatto che dell'azione a distanza finivano per
essere
un semplice aspetto di cui non � poi tanto importante conoscere il
dettaglio.
Fu sulla base di queste idee che costru� la sua ottica, un sistema che
titub�
per tutta la vita a dare alle stampe perch� non fu mai convinto della sua
inattaccabilit�, in primo luogo alle proprie stesse obiezioni. Newton
era convinto di avere costruito, forte di un metodo basato sulla
effettivit� fattuale, ovvero basato su fatti come ebbe varie volte ad
insistere,
capace di spiegare i colori, le ombre, le figure di interferenza,
l'arcobaleno,
e persino la diffrazione come anche la rifrazione, ma questo schema
non ebbe mai il pregio della sintesi e di questo Newton, segretamente,
con l'orgoglio pubblico che lo caratterizzava in ogni circostanza, si
rammaric� pi� volte scrivendo e riscrivendo l'ottica per migliaia di
volte. Noi oggi potremmo pensare di essere andati ben oltre i limiti
di Newton, con riferimento all'ottica, che oggi conosciamo in una
veste ben ampliata, dato che si pratica l' "ottica della materia", eppure
nelle sistemazioni odierne dell'ottica ad uso pratico l'idea generale
di Newton non trova collocazione, per quanto abbia grande importanza
il tema molto pi� generale di fase quantistica, e la domanda che si poneva
Newton come interviene praticamente su questi temi? La verit� �
che gli schemi teorici permettono di porsi questioni di principio
molto profonde sugli effetti osservabili di un ruolo della gravit�
sui sistemi ed all'interno dei sistemi, ma � vero anche che ai fini
pratici non si � ancora sentita la necessit� di protendere coerentemente
tutti gli sforzi a trovare una risposta, e che sebbene la domanda latiti
presso la comunit� scientifica, tuttavia � presente ed in attesa di una
risposta, che giunger� se e quando si saranno sviluppate le abilit�
tecnologiche per misure tanto precise, o la necessit� pratica in relazione
ad esperimenti di importanza fondamentale per trovare una risposta.


> purtroppo spiegare perch� la penso in questo modo, cosa che ha comunque a
> vedere con propriet� geometriche dello spaziotempo, richiederebbe
veramente
> troppo spazio e troppo tempo..
>

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Thu Mar 08 2007 - 03:59:52 CET

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