Re: Gli orologi e i fotoni

From: argo <brandobellazzini_at_supereva.it>
Date: 25 Feb 2007 07:59:45 -0800

On 24 Feb, 02:26, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:
[...]
> L'orologio a goccia, cosi' modificato, sara' sincrono con gli orologi a luce
> e a molla.
> Ma in questo modo si tornerebbe proprio al punto che vorrei sottolineare:
> siccome negli esperimenti visti sopra ha agito solo la fisica classica
> allora non dobbiamo stupirci delle sincronie osservate in quanto ha
> "suonato" sempre la stessa musica, cioe', in ultima analisi, hanno agito
> solo interazioni elettromagnetiche (e nei limiti in cui questo non sara'
> vero, cioe' se, ad esempio, la formazione delle gocce coinvolgera' altri
> tipi di interazioni, allora non riusciremo a rendere sincrono l'orologio a
> goccia nemmeno tramite perfetta conoscenza della fluidodinamica e delle
> condizioni iniziali. Cioe' la successione di numeri tirata fuori
> dall'equazione differenziale non sara' esatta).

Ma perche' mai?
devi supporre di poter conoscere tanto bene i nuovi fenomeni quanto i
vecchi (l'elettromagnetismo e la fluidodinamica) per poterli
confrontare come scelta di orlogio standard. Se uno lo fai partire con
un malus el'altro no non mi sorprende che arrivi alla concusione che
uno orologio e' meglio di un altro.
L' ipotesi cardine e' che i fenomeni da utilzzare per scandire
l'evoluzione temorale sono noti (o se vuoi noti a sufficienza per il
tipo di impiego dell'orologio)

> Avrai notato dall'esempio dell'orologio a goccia modificato che non do alcun
> particolare privilegio ai fenomeni "periodici".
> Cio' che conta e' la sincronia. La periodicita' e' sostanzialmente una
> definizione. Se prendessimo come intervallo di tempo unitario la caduta di
> due gocce allora il moto della molla non sarebbe periodico. Certo sarebbe
> una scelta particolarmente infelice.
[...]

Infatti secondo me non ha alcun senso la definizione di intervallo di
tempo ''unitario'' usando un fenomeno non periodico.
Non esistono infatti in tal caso intervalli privilegiati e l'unica
cosa che ha senso e' la successione (non omogenea) di eventi da uno
preso come riferimento.

Il tuo esempio precedente mi conferma che non c'e' nessun ruolo
privilegiato di principio che collega le interazioni elettromagnetiche
e le misure di tempo. Cosa cambierebbe nella tua ''sincronizzazione''
se invece di un orologio ad acqua si usasse ad esempio un orologio
basato su fenomeni nucleari? Secondo me proprio niente. Da quello ce
hai scritto sopra invece sembrerebbe proprio che la pensi
diversamente, che secondo te sarebbe una sorta di orologio
approssimato. Non ne vedo le ragioni.

Saluti.
Received on Sun Feb 25 2007 - 16:59:45 CET

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