Re: Gli orologi e i fotoni

From: argo <brandobellazzini_at_supereva.it>
Date: 19 Feb 2007 02:43:04 -0800

Bruno Cocciaro ha scritto:

> "marcofuics" <marcofuics_at_netscape.net> wrote in message
> news:1171449214.406495.171190_at_s48g2000cws.googlegroups.com...
> > Ciao
> >
> > Un orologio, in buona sostanza, cosa e'?
>
> Bella domanda.
> Rispondo nella maniera che io ritengo piu' opportuna.
>
> Come hai fatto anche tu, prendo a prestito un altro concetto, il concetto di
> lunghezza, per estrapolarlo poi al concetto di tempo (tu hai preso a
> prestito il concetto di massa).

[...]
> Per quanto riguarda il tempo a me pare che si possa copiare il discorso
> fatto sopra.
> La definizione operativa di tempo e' semplicemente cio' che si misura con
> l'orologio (o con il cronometro).
> La definizione di orologio e' la seguente:
> un regolo di lunghezza unitaria ha due specchi agli estremi, e un fascio di
> luce si riflette fra i due specchi.
> L'orologio e', per definizione, il contatore di rimbalzi (orologio a luce).

[...]

> In sostanza a me pare che la fisica classica (ivi inclusa la RR, non
> saprei se anche la RG) sia la scoperta del fatto che esistono certi fenomeni
> che sono in sincronia con i fenomeni luminosi (cioe' la loro descrizione e'
> in sincronia con cio' che, per definizione, abbiamo chiamato orologio).

[...]
> mi pare che
> non ci sarebbe motivo per aspettarsi sincronie fra fenomeni luminosi e
> fenomeni non elettromagnetici. Cioe', in fisica non classica, dovremmo fare
> attenzione ad utilizzare il concetto di tempo. In fisica classica ci sarebbe
> un motivo per il quale tutti i fenomeni sarebbero sincroni fra loro (quindi
> avrebbe un senso utilizzare, per tutti quei fenomeni, lo stesso "tempo"), in
> fisica non classica quel motivo verrebbe a cadere.


Ciao,
non sono molto d'accordo sul ruolo privilegiato che dai alle
interazioni elettromagnetiche in fisica classica in relazione alle
misura di tempo. Credo che l'utilizzo di orologi a luce dipenda solo
dalla comodita' offerta dall'universalita' della velocita' della
luce.
Il tempo serve per descrivere il mutamento della condizione di un
sistema. Quindi si definisce (secondo me naturalmente) una ''unita' di
mutamento'', cioe' un'unita' temporalle, utilizzando un processo
fisico di cui si conosce (o si crede di conoscere) l'evoluzione.
L'orologio a luce che hai descritto e' un esempio di cui conosciamo il
comportamento evolutivo e che possiamo dunque usare come standard
temporale.
Cio' non toglie che possiamo costruire altri orologi: potremmo usare
il sorgere del sole, fenomeno che avviene sempre con regolarita' di
cui possiamo dire che sappiamo l'evoluzione (la regolarita' dipende
dalla precisione che ci interessa). Oppure il pendolo e altri ancora
del tutto artificiosi come un orologio a polso che e' costruito
proprio per assegnare una certa evoluzione alle lancette.
 Inoltre sembrerebbe che la lista dei possibili orologi debba
contenere fenomeni periodici e omogenei nell'evoluzione. In realta'
questo non e' necessario ma e' assai comodo per confronti temporali
tra eventi distinti.
Quello che serve e' un fenomeno evolutivo di cui conosciamo
l'evoluzione al quale possiamo riferirci: chiamiamo istante A
l'istante in cui detto fenomeno campione e' nello stato tal dei tali,
istante B quello in cui...

Ciao
Received on Mon Feb 19 2007 - 11:43:04 CET

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