Re: Costante di Planck

From: Glenn <uh989_at_yahoo.it>
Date: Wed, 07 Feb 2007 14:21:53 +0100

On Mon, 05 Feb 2007 20:51:36 +0100, Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
wrote:

>uhmuhm_at_tin.it ha scritto:
>> In effetti, sono mie interpretazioni delle informazioni che sono
>> riuscito a trovare.
>Chissa' perche' hai cambiato nick...

Ho provato a postare da un'altra macchina.

>> In special modo le pagine 721 e 722 del libro Motionmountain, comprese
>> le note a pie' di pagina.
>Mai sentito... Che libro e'?

E' un libro in formato PDF, distribuito gratuitamente, in genere
giudicato valido.

http://www.motionmountain.eu

Lei pensera' a questo punto che io sia uno spilorcio, ma non e' vero,
in quanto, prorpio nell'ottica di capire la fisica da zero, ho
acquistato diversi testi di fisica 1, pero' non ho resistito alla
tentazione di dare un'occhiata ai concetti avanzati, utilizzando
proprio il libro sopra citato.

>> Poca o nessuna, ad essere sincero.
>> Appunto a questo sto cercando di rimediare.
>Beh, ma non dovresti partire da queste cose, allora...

In effetti e' vero. Pensavo pero' di poter capire le fondamenta della
fisica moderna almeno a livello concettuale.

>> Credo sia il prodotto di un'energia per un tempo (nel caso specifico J
>> per s).
>Questa al massimo e' una specifica dimensionale, ma non dice niente su
>che cosa e', dove si usa, che significato ha...
>
>Purtroppo il concetto di azione non e' affatto semplice: nasce
>nella'mbito di uno sviluppo abbastanza complesso della meccanica, la
>cosiddetta "meccanica analitica", verso meta' dell'800.
>Non credo di poterti dire di piu'.
>
>> La prego di considerare che sono in grado di comprendere
>> esclusivamente spiegazioni di livello divulgativo.

>Ho capito.
>Ti aggiungo questo: l'uso che fa Plamck della famosa constante non ha
>niente a che vedere col significato dell'azione cui ho alluso sopra.
>Lui si limita a scoprire che per far tornare la teoria della
>radiazione emessa da un corpo caldo coi dati speri,mentali, occorre
>assumere che la raidiazione venga emessa e assorbita per "quanti", la
>cui entita' (in energia) e' h*f (f frequenza).
>Poco dopo Einstein si accorge che in realta' bisogna assumere che la
>radiazione elettrom. sia _composta_ di quanti (quelli che oggi
>chiamiamo "fotoni").
>
>Qualche anno dopo Bohr scopre che h entra in ballo in tutt'altro
>contesto: per spiegare la struttura dello spettro di righe dell'atomo
>d'idrogeno assume che l'elettrone possa muoversi solo su orbite nelle
>quali il momento angolare assume valori multipli di h/(2*pi).

Ah, ecco dove spunta fuori il 2pi.

>In seguito sommerfeld generalizza quest'idea introducendo le
>"condizioni di quantizzazione" che dovrebbero valere per qualsiasi
>sistema.
>Non posso spiegarti queste condizioni perche' richiedono conoscenze
>chiare di quella mecc. analitica che dicevo sopra, ma in parole qui
>nasce la connessione fra h e l'azione: le varie "componenti"
>dell'azione debbono essere multiple di h.
>(Componenti e' deto malissimo, ma non posso fare di meglio...)
>
>Ancora qualche anno, e si scopre che gli elettroni hanno un mom.
>angolare proprio, che vale h/(4*pi).
>Poi arriva Heisenberg, con le "relazioni d'indeterminazione", nelle
>quali interviene ancora una volta h...
>
>Ecco: tu avevi fatto una specie di frullato di tutte queste cose :)
>Ma ti ripeto: per capire un minimo di che cosa si tratta, di fisica
>bisogna saperne un bel po'...

Molte cose ora sono piu' chiare, grazie.
Received on Wed Feb 07 2007 - 14:21:53 CET

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