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> Bruno Cocciaro ha scritto:
> > Per quanto riguarda altri enti non c'e' problema, potrebbero raggiungere
e
> > anche superare la velocita' della luce lasciando inalterata la
relativita'.
> No, non ho capito. Tutti gli oggetti sono orologi a partire dagli atomi,
> solo le particelle elementari forse non lo sono, ma hanno comunque un
> tempo proprio e rappresenterebbe un assurdo pensare che questo possa
> fermarsi o addirittura andare all'indietro.
Dipende da cosa si intende con la parola "oggetto". Io sopra parlavo di
"enti", ad ogni modo, senza formalizzarsi troppo sulle parole, di certo
esistono degli enti (o oggetti) che *non* sono orologi: i fotoni. Non ha
alcun senso parlare di "tempo proprio" di un fotone.
> Per come la so io c rappresenta una barriera invalicabile sia in un
> senso che nell'altro: se esistono oggetti con v>c allora la loro v non
> pu� scendere sotto c.
D'accordo. E questo e' gia' vero per i fotoni: la loro velocita' non puo'
scendere sotto c, nel senso che e' sempre uguale a c (questo, secondo il mio
punto di vista, e' vero per definizione, ma non e' importante soffermarsi su
tale punto). Anche per gli eventuali tachioni vale lo stesso discorso: in
ogni riferimento la loro velocita' sara' maggiore di c. Cioe' non esiste
alcun riferimento in cui un fotone (o anche un eventuale tachione) sia "in
quiete". Per gli orologi invece la situazione e' diversa: esiste sempre un
riferimento nel quale l'orologio e' in quiete.
> > Inoltre il tempo proprio e' un invariante (non puo' non esserlo essendo
> > risultato di una misura) e se "si fermasse" rispetto al "tempo" di un
> > osservatore fermo si fermerebbe anche rispetto al "tempo" di un
qualsiasi
> > altro osservatore.
>
> Che cosa intendi per invariante?
Con invariante intendo che non varia al variare del riferimento
> Se io e te fossimo su una astronave a v=c e una terza persona ci
> guardasse da fuori, il nostro tempo si fermerebbe rispetto
> all'osservatore esterno; ma il mio tempo non si fermerebbe rispetto al
> tuo che sei un altro osservatore.
Poiche' io e te, a anche l'astronave, siamo orologi (o potremmo esserlo, o
potremmo contenere orologi), non potremmo avere velocita' c rispetto ad
alcun riferimento.
Prendiamo un ente che puo' avere velocita' c rispetto ad un qualche
riferimento: un fotone (che avra' velocita' c rispetto a tutti i riferimenti
inerziali). Dal riferimento in cui osserviamo il fotone, l'unica cosa di
equivalente a cio' che chiamiamo tempo proprio quando ci riferiamo ad un
orologio (o a una qualsiasi particella che potrebbe fungere da orologio) e'
SQRT(dt^2-dx*2). Per il fotone otterremo SQRT(dt^2-dx*2)=0. E se anche
cambiassimo riferimento otterremmo sempre SQRT(dt^2-dx*2)=0, come deve
essere essendo (dt^2-dx*2) un invariante.
Per un eventuale tachione otterremmo sempre (dt^2-dx*2)<0, e, sempre per il
fatto che (dt^2-dx*2) e' un invariante, otterremmo sempre lo stesso valore
negativo in ogni riferimento inerziale.
Questo *non* significa che il "tempo proprio" del fotone e' "fermo", mentre
per il tachione "va all'indietro" (fra l'altro, per il tachione,
SQRT(dt^2-dx*2) non sarebbe negativo ma immaginario). Significa
semplicemente che per gli enti che si muovono a velocita' subluminali
l'invariante (dt^2-dx*2) si puo' ottenere come risultato della (radice
quadrata della) misura effettuata da un opportuno orologio in quiete con
l'ente in esame, mentre per fotoni ed eventuali tachioni quell'invariante
*non* si puo' ottenere allo stesso modo in quanto non esistono orologi in
moto a velocita' c o maggiore di c.
> Ciao.
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sat Jan 27 2007 - 20:00:15 CET