Leggo:
Questo � lo schema di un ammortizzatore: un elemento viscoso "v", in serie
con un elemento elastico "e".
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L'elemento elastico serve ad immagazzinare l'energia dell'urto, ma poi la
restituisce. E se � ideale la restituisce tutta. Effettua dunque una
diluizione nel tempo dell'urto: a parit� di moto comunicatagli, un elemento
elastico rispetto ad uno rigido, diluisce la quantit� di moto su un tempo
maggiore, riducendo la forza media. E fin qui ci siamo.
Perch� mettere anche "v"? Perch� con il lavoro di tipo PdV ("v" � un
cilindro con pistone e liqudo viscoso che passa attraverso valvole da un
compartimento all'altro), parte dell'energia comunicata al sistema, viene
persa come calore e non immagazzinata tal quale nella molla.
Domanda: se collego il punto "a" ad un perno che oscilla verticalmente con
moto armonico, nel punto p come varia la forza nel tempo al variare di
1) ampiezza delle oscillazioni del perno
2) frequenza delle oscillazioni del perno
?
Leggo che di certo, a parit� di ampiezza, l'aumento della frequenza del
perno dovrebbe aumentare - oltre che la frequenza misurata in "p", anche la
ampiezza. Il sistema agirebbe da filtro passa-alto
Grazie
Received on Sun Jan 07 2007 - 17:32:46 CET