Re: temperatura, energia e disordine

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Tue, 05 Dec 2006 01:23:18 GMT

Il 04 Dic 2006, 18:04, Enrico SMARGIASSI <smargiassi_at_ts.infn.it> ha scritto:
> Patrizio wrote:
>
> > Va be', ma l'oggetto parla di '' 'temperatura, energia e disordine' '',
> > quale migliore occasione per definire il 'calore'?
>
> Appunto, io ho fornito una definizione.
>
> > non spiega:
>
> Cosa vuol dire che "non spiega"? E' una definizione. Se vuoi una
> sopiegazione fisica bisogna ricorrere alla meccanica statistica. Pero'
> la definizione di calore e' indipendente da quest'ultima, si puo' (e si
> deve) perfettamente are in TD macroscopica.

Ho idea che Patrizio pensi ad un contenuto termico di
un corpo. Un qualcosa legato all'energia interna ed una
reminiscenza del calorico. Sappiamo, o almeno credo di
sapere, che la termodinamica moderna ha comportato una
critica serrata del concetto di calorico inteso come quantita'
oggettivamente contenuta in un corpo, per i gas perfetti l'energia interna
e' associata alla temperatura. Ma la quantita' di calore prodotta
da un fornello che scalda un gas puo' scaldarlo, oppure andare
a produrre altre forme di energia. A termalizzazione raggiunta
il calore prodotto da un fornello avra' solamente variato la
temperatura del gas. Per i sistemi soggetti a transizioni di fase
invece abbiamo una variazione di parametro macroscopico
e quindi si parla di calore di fusione, infatti quel calore fornito
non scalda ma fonde. Ad ogni modo la transizione di fusione e'
una transizione quasi perfettamente reversibile, almeno idealmente,
se il sistema solido era in uno stato cristallino ideale, eccetto
per la forma.

Stando alla tua definizione il contenuto
termico di una sistema, ad una certa temperatura entro una
scatola chiusa, potrebbe essere definito in linea di principio
come la quantita' di energia trasferita al sistema a partire
dallo zero assoluto per raggiungere la temperatura data.
Il problema e' che nello scaldare un sistema gli effetti non
sono tutti equivalenti a transizioni di fase, per quanto lentamente
il sistema si scaldi potrebbero verificarsi delle trasformazioni
spontanee, come ad esempio la demagnetizzazione, di un sistema
ferromagnetico che non sono poi reversibili semplicemente raffreddando.
Interessante questo problema.

Procedendo a ritroso potremmo definire il contenuto di termico
di un sistema in volume chiuso come l'energia estraibile
unicamente mediante scambio di calore con un sistema a temperatura
piu' bassa, in condizioni di resa unitaria. Ogni sistema a temperatura
diversa da zero e' una buona sorgente di calore. Questa definizione
forse pone meno problemi di irreversibilita'.

Nei casi di fasi instabili in senso termodinamico ovvero di fasi che
richiedono l'intervento di parametri esterni per essere costruite,
ovvero di vincoli, potremmo parlare di calore latente, e questo potrebbe
essere una misura della distanza del sistema dalla condizione
a cui giungerebbe senza l'intervento di vincoli ulteriori, diversi dalla
temperatura. Non so se ha molto significato tutto questo discorso,
ma almeno fa riflettere.

> --
> Enrico Smargiassi
> http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
>

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Tue Dec 05 2006 - 02:23:18 CET

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