Re: La velocita' della luce
Bruno Cocciaro ha scritto:
> Io non ho detto che orologi in quiete perdono la sincronizzazione. Anche
> orologi in moto non la perdono. Sincronizzare significa scegliere una certa
> procedura in base alla quale un certo orologio, in moto o meno che sia,
> viene settato ad un certo istante nel momento in cui avviene un certo evento
> (l'evento deve avvenire li' dove si trova l'orologio da sincronizzare). Una
> volta settato ad un certo valore poi l'orologio va avanti a misurare gli
> intervalli di tempo e, ovviamente, "non perde" piu' la sincronizzazione, nel
> senso che l'istante che segnera' sara' sempre dipendente dal valore al quale
> e' stato settato nel momento in cui e' stato sincronizzato.
Innanzitutto in fisica sarebbe forse piu' corretto parlare di
cronometri, e non di orologi, nel senso che non c'e' un concetto di
"orario convenzionale segnato dall'apparecchio", ma di "sequenza
continua di istanti temporali a partire da un arbitrario istante zero".
Dico che due cronometri sono sincronizzati (ovvero "battono lo stesso
tempo") se la differenza degli istanti segnati dall'uno e dall'altro
resta costante ad ogni misurazione.
Dal punto di vista galileiano, si ritiene istantanea la trasmissione di
segnali, quindi la sincronizzazione puo' essere verificata
semplicemente guardando l'istante segnato dai due orologi.
Dal punto di vista einsteiniano, se teniamo conto della velocita'
finita di propagazione della luce, io che osservo i cronometri K1 e K2
da una distanza rispettivamente pari a d1 e d2, dovro' aggiungere d1/c
e d2/c all'istante che leggo sui cronometri.
Per fare questo, finche' gli orologi sono in quiete nel mio
riferimento, mi e' sufficiente sapere che la luce ha velocita' c *nel
mio riferimento*, e non e' necessario che valga l'invarianza di c
rispetto a cambiamenti di riferimento.
Quindi, fino a questo punto, non ha senso introdurre l'idea di una
velocita' limite. Potrebbero esistere segnali piu' veloci del mio
segnale di sincronizzazione, e potrei misurarli senza problemi perche',
verificando che la sincronizzazione e' sempre mantenuta, posso usare i
tempi segnati dai due cronometri come se fossero lo stesso cronometro.
Ovviamente potrei cominciare a misurarli dopo aver effettuato la prima
sincronizzazione.
E non avrei particolari vincoli alla velocita' di trasmissione del
segnale.
La relativita' speciale pero' non dice semplicemente "dobbiamo tener
conto che la luce ha velocita' finita", ma che
1) il valore di c e' costante in tutti i sistemi di riferimento
inerziali.
2) le leggi della fisica sono invarianti rispetto ai cambiamenti di
riferimento inerziale
Da qui le trasformazioni di Lorentz e il fatto che, mentre la
sincronizzazione e' mantenuta tra cronometri in quiete, non lo e' piu'
quando uno dei due cronometri e' in moto rispetto al mio riferimento.
E l'invarianza rispetto alle trasformazioni di Lorentz implica che c
sia una velocita' limite.
Ciao
R.
Received on Thu Dec 07 2006 - 10:36:25 CET
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