"cometa luminosa" <a.rasa_at_usl8.toscana.it> wrote in message
news:1165010148.173190.307000_at_f1g2000cwa.googlegroups.com...
> Bruno Cocciaro ha scritto:
> ...
> > Cioe' gli orologi si possono anche sincronizzare per trasporto (era a
questo
>
> E' vero che la velocit� della luce si misura o meno a seconda di come
> si definisce l'unit� temporale (infatti adesso � proprio cos�, c 299792458
m/s per definizione).
>
> Ma se un giorno si scoprisse che i fotoni (esistono e) hanno massa a
> riposo non nulla, allora la loro velocit� v dipenderebbe dalla
> frequenza f, e si dovrebbero condurre esperimenti per determinare con
> precisione v(f). Diresti ancora che la velocit� della luce non �
> misurabile?
Questo giorno e' di la' da venire, e personalmente non riesco proprio ad
immaginare in alcun modo un fotone fermo sopra ad una bilancia. Una bilancia
e' un oggetto macroscopico, fermo rispetto ad un riferimento inerziale che
e' fatto di materiale macroscopico rigido. I corpi rigidi sono tali perche'
le interazioni fra i costituenti i corpi stessi sono tali da renderli
rigidi. Tali interazioni sono mediate dal campo elettromagntico, cioe' da
fotoni. Io non riesco ad immaginare un corpo rigido fermo in un riferimento
in cui siano fermi anche i fotoni, il che e' come dire che non riesco ad
immaginare un riferimento in cui i fotoni siano in quiete.
Discorso analogo per gli eventuali tachioni. Io non risco ad immaginarmeli
fermi in alcun riferimento inerziale.
Indipendentemente da questa questione della eventuale massa a riposo del
fotone (questione alla quale, come detto, io non riesco a dare un senso)
potrebbe comunque essere vero che sparando da A due fasci luminosi di
diversa frequenza, dopo riflessione in B, un fascio torni in A prima
dell'altro. In questo caso, come dici nel post successivo, prenderemmo una
frequenza come riferimento F e definiremmo l'unita' temporale come
l'intervallo di tempo necessario alla luce di frequenza F per percorrere *in
andata e ritorno* la lunghezza unitaria/2. Sarebbe comunque unitaria per
definizione la velocita' *di andata e ritorno* della luce di frequenza F. La
velocita' della luce di sola andata, per qualsiasi frequenza, cosi' come la
velocita' di andata di qualsiasi corpo (cioe' il rapporto L/dT con dT dato
dalla differenza degli istanti segnati dagli orologi fissi alla partenza e
all'arrivo), sarebbe comunque convenzionale.
C'e' da dire comunque che, se avvenisse una cosa del genere (velocita' di
andata e ritorno della luce, nel vuoto, dipendente dalla frequenza), a me
pare che ci sarebbero seri problemi per tutta la relativita'. E, ancora
peggio, andremmo comunque a finire in problemi come quelli prospettati
all'inizio. Se cF1>cF2 (velocita' della luce a frequenza F1 maggiore di
quella a frequenza F2) in un certo riferimento R, si dotrebbe forse
immaginare l'esistenza di opportuni riferimenti inerziali in cui i fotoni
che in R hanno frequenza F2 siano in quiete. E cosa sarebbero questi fotoni
?
> > Sul fatto che il fotone non si possa fotografare mentre viaggia direi
che
> > dipende da come vedi le cose. Un fotone di energia abbastanza intesa lo
puoi
> > "fotografare": sposta gli elettroni che gli si parano davanti e dallo
> > spostamento degli elettroni tiriamo fuori la "fotografia".
>
> Bene. Allora puoi dirmi che dimensioni ha un fotone? Quanto � lungo,
> largo, che forma ha?
Certo che non te lo so dire. Allo stesso modo non ti so dire quanti conteggi
avrei a seguito della interazione del mio tavolo con un fotomoltiplicatore.
Ripeto, il tavolo ha certe proprieta' di cui prendiamo atto grazie ad alcune
misure, il fotone ne ha altre di cui prendiamo atto grazie ad altre misure.
Se il tavolo pretendesse il patentino di "ente realmente esistente" in
quanto per esso e' possibile effettuare alcune misure alle quali diamo il
nome di "lunghezza" e "larghezza" (e pretendesse che tale patentino venisse
negato al fotone proprio perche' per esso sono impossibili quelle misure),
secondo il mio punto di vista anche il fotone potrebbe pretendere il
patentino in quanto per esso e' possibile far fare click a un
fotomoltiplicatore (e potrebbe pretendere che tale patentino venisse negato
ai tavoli per la loro incapacita' di far fare click ai fotomoltiplicatori).
> >E poi io ritengo
> > comunque valido il discorso che, se anche non si potesse "fotografare"
in
> > alcun modo, comunque il fotone mostrerebbe la sua presenza grazie ai
click
> > dei rivelatori.
>
> "Il fotone mostra la sua presenza grazie ai click dei rivelatori", non
> � fisica, � filosofia. Potrei dire: "sono io che faccio fare click ai
> rivelatori, dimostrando cos� questa mia particolarit�". Dimostrami
> che mi sbaglio.
Se vuoi una dimostrazione scientifica non te la potrei proprio dare (non
potrei nemmeno mostrarti scientificamente che sbaglieresti nel dire che il
tavolo ha quella larghezza perche' degli angeli lo tengono assemblato in
quel modo). D'altro canto qua siamo (entrambi) nel campo della filosofia, o
della epistemologia.
Il mio punto di vista l'ho gia' espresso in uno dei post che ho mandato
qualche giorno fa in risposta a marcofucius:
questa *e'* fisica, anzi, tutta la fisica e' sempre cosi'.
Effettuiamo una certa misura e dall'esito della stessa diciamo "il tavolo ha
la lunghezza di 2 metri". Con cio' *non pretendiamo* di asserire alcunche'
sull'essenza "reale" del tavolo. In sostanza, chiunque venisse a fare
qualsiasi elucrubazione filosofica sulla vera essenza del tavolo, e sul
fatto che la nostra misura in realta' non ci dice nulla di questa vera
essenza, ci lascerebbe indifferenti. In sostanza gli risponderemmo:
"potrebbe anche essere come dici, ma noi non siamo interessati alla "vera
essenza" di cui parli tu (veramente non abbiamo nemmeno capito tanto bene
cosa cavolo sarebbe questa vera essenza), siamo interessati semplicemente ai
risultati delle nostre misure".
Sempre secondo il mio punto di vista, posto quanto detto sopra, ciascuno
scienziato decide poi di operare secondo una propria visione filosofica.
Alcuni decidono di portare alle estreme conseguenze quanto detto sopra
(sarebbero, se ho ben capito, quelli che hanno una visione positivista, o
neopositivista bohh, non le capisco-conosco tanto bene queste correnti) e
dicono che una volta trovato un modello che descrive gli eventi abbiamo
fatto tutto cio' che c'e' da fare, il resto e' metafisica. Altri (i
realisti) dicono che il modello non e' soddisfacente se non riesce a
descrivere, oltre agli effetti delle misure, anche i reali "corpi"-"enti"
che interagendo fra di loro danno luogo a quegli effetti. Secondo i
realisti, andare alla ricerca di "cio' che c'e' sotto" non e' metafisica,
e' fisica; e' proprio quello il nocciolo della fisica. Personalmente sono
assolutamente per il realismo, direi di essere un "estremista" del realismo.
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sat Dec 02 2006 - 14:04:37 CET