Re: 2012 collisione tra buchi neri?

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Mon, 27 Nov 2006 13:06:16 GMT

Il 27 Nov 2006, 00:49, marr_at_mar.ra (MarRraS) ha scritto:
> Il 25 Nov 2006, 19:36, gianmarco100_at_inwind.it (Tetis) ha scritto:
>
> > Ma gli altri due link che ho postato dovresti riuscire a
> > leggerli e sono meglio dell'articolo che ricordo, che
> > comunque aveva il pregio di essere un'eccellente sintesi.
>
> Ti ringrazio. A proposito (scusa se cambio discorso), nel link che mi hai
> dato:
> http://www.iasf-milano.inaf.it/divulgazione.php?pg=news&mn=index&lin=news
> Il primo articolo che si riferisce a un fatto recente:
> ---
> 21 agosto 2006 : Chandra fornisce una prova convincente dell'esistenza
della
> materia oscura
> Osservando con il telescopio Chandra due ammassi galattici in collisione,
un
> gruppo di ricercatori � riuscito a trovare la prova diretta dell'esistenza
> della materia oscura. Un ammasso di galassie � composto dalla materia
> ordinaria, costituita da gas caldo e stelle, e da materia oscurala cui
> natura � ignota ma la cui presenza � necessaria per stabilizzare
> gravitazionalmente l'ammasso.
> ---


Poi aggiungono anche:
*************
Combinando le osservazioni compiute in banda X con Chandra con osservazioni
in ottico al telescopio spaziale Hubble e con il VLT si � potuto appurare,
sfruttando
le lenti gravitazionali presenti nell'ammasso, che la maggior parte della
massa �
concentrata in una regione dove non � presente il gas caldo. In pratica
durante
l'urto il gas caldo, che interagisce anche elettromagneticamente, ha subito
forze di
dissipazione simili alla resistenza dell'aria che lo hanno rallentato mentre
la materia
oscura, che interagisce solo gravitazionalmente, ha continuato la sua corsa
accelerata
verso il centro dell'ammasso.
******************

Non ci sono ipotesi sulla natura di questa materia oscura, ma
evidenzierebbero
che non si tratta di gas freddo. Il che comunque era stato escluso con altri
argomenti,
tuttavia in questo caso l'evidenza diretta sarebbe riferita all'avere visto
che il gas
ha un comportamento mentre il tensore energia impulso e' dominato da altre
sorgenti. Non si sa quali.


> Ricordo ne hanno parlato anche i tg, di questa 'evidenza diretta'.
> Ma non capisco: perch� "diretta"? Non sono state rivelate particelle
(WIMP)
> di materia oscura, gli studi effettuati da Chandra sono legati agli
effetti
> gravitazionali che essa produce sulla materia visibile. Che avrebbe questo
> di "diretto", rispetto agli studi sulla MO condotti in precedenza (ormai
da
> decenni)?

Suppongo nulla di piu' se non l'aver visto il gas separarsi dalle
altre sorgenti tensore energia impulso. Per dirla con una battuta:
Jack Frusciante e' uscito dal gruppo.
 
> [...]
>
> > > quindi parliamo della coda di una
> > > distribuzione con legge di potenza...
> > > inoltre dovrebbe essereci un break nello spettro RS, dovuto all'eta'
> > > finita della sorgente.
>
> ecco, questo � accennato sul link che mi hai dato (alla fine):
>
> ---
> "Le osservazioni hanno messo in evidenza che il tempo di vita delle
> particelle accelerate, che sono la causa di produzione dei fotoni ottici e
X
> nel getto, � di soli 100 anni, un tempo insufficiente a spiegare la
> lunghezza della regione visibile di questi getti dell'ordine di 100000
anni
> luce. Gli astrofisici teorici hanno allora sviluppato un modello a cascata
> dove l'interazione delle particelle relativistiche con il mezzo
> intergalattico provoca l'accelerazione locale all'interno del getto.
> L'effetto � quello di una successione di getti che producono in getto
> osservabile dalla Terra lungo centinaia di migliaia di anni luce".
> ---

Ok, ora ho capito meglio quale era la tua perplessita', questa
per altro si riallaccia con un'obiezione che mi ponevo durante
la scrittura: siamo sicuri che sia necessario parlare di gas denso
per rendere conto di effetti non lineari, o piuttosto non potrebbe
trattarsi di densita' elettromagnetica relativamente disaccoppiata
dalle sorgenti? Quello che mi tratteneva da questo pensiero e'
il ricordo della immensita' del campo elettromagnetico necessario
perche' si stabilisca auto-interazione del campo elettromagnetico.
Il cosiddetto campo critico dell'elettrodinamica quantistica. Avevo
in prima approssimazione escluso che si potesse trattare di quello,
ma mi occorre una meditazione piu' quantitativa al riguardo. Comunque
nell'articolo mi alleggeriscono il compito perche' parlano di interazione
delle particelle del jet con il mezzo intergalattico.

> in pratica pi� lo spettro si estende alle alte energie, pi� la sorgente ha
> un'et� ridotta: questo � un motivo per cui la RS ha difficolt� nello
> spiegare lo spettro X. Ma stando all'articolo, il problema sembra
> superato...

Beh, sai, nei luoghi scientifici di avanscoperta si procede per
priorita'. Se un modello risolve 4 serie difficolta' che un altro modello
non risolve, si sorvola sulle rimanenti 9 difficolta' secondarie :-)
D'altra parte se guardi alla letteratura pionieristica sulla meccanica
quantistica hai un esempio lampante di questo modo di procedere,
si dice che Planck avrebbe risolto il problema della divergenza
ultravioletta. E' vero, ma a costo di una ipotesi di quantizzazione
la cui prima spiegazione con una parvenza di teoria arrivera' solo
vent'anni dopo.

> > Ma vedi, sarebbe carino se qualcuno scrivesse qualcosa di
> > divulgativo aggiornando un poco l'eccellente testo di Longair,
>
> In effetti s�.
> Di Longair (HE Astrophysics) oltre ai volumi I e II sapevo che doveva
> uscirne un terzo...

Ho idea che quelli che citi siano libri piu' tecnici.
Io ho soltanto il primo volume della serie "Nuova fisica",
quello tradotto in italiano da Bollati Boringhieri, contiene gia'
molte delle considerazioni sulla radiazione di sincrotrone,
la comptonizzazione, l'effetto dei gas caldi, il problema del
blue bump, ed il problema delle quasars con bump IR.
Mi riferisco a questo come Longair, mentre il secondo
volume in programma, se non ricordo male, nella serie inglese
non era un volume di Longair, ma di Gamow. Di Longair
esistono comunque vari libri scritti a vari livelli, uno con i
rudimenti di fisica dei plasmi ad uso degli astrofisici. Poi
ha scritto una storia dell'astrofisica e dell'astronomia, curato
un volume sui problemi aperti in astrofisica, un libro per la
revisione della fisica teorica, e tanto altro. Questi libri hanno
un pregio raro: non fanno alcuna concessione alle semplificazioni
per mistificazione. Le semplificazioni sono sempre accompagnate
da tematizzazioni piu' dettagliate e questo rende i libri divulgativi
solo fino ad un certo livello di lettura. Forse una piu' ricca bibliografia
ad uso dei lettori piu' esperti non guasterebbe.

http://books.google.it/books?q=Longair+books&ct=title&lr=&sa=N&start=10

> > Altre questioni riguardano invece
> > il disco di accrescimento e la zona ad elevato z. In quelle regioni
> > infatti e' molto probabile che si possa parlare di plasmi rarefatti.
>
> Che intendi per "zona a elevato z"? Chi � "z", il redshift? Il numero
> atomico?...?

Intendevo la parte dello spettro dove si osserva lo shift verso
il rosso delle righe di Lyman per effetto del campo gravitazionale
intenso. Comunque per queste zone parlare di bassa densita'
potrebbe essere problematico. Le temperature sono notoriamente
elevate, e diventano presto ultrarelativistiche fino a 10^9 Kelvin per la
radiazione di corpo nero. Ma a questo punto il linguaggio comincia a
diventere troppo vago e la saggezza di Fabri mi suggerisce di non
avventurarmi oltre.

> Cmq � vero, il Compton � rilevante solo in plasmi rarefatti.
>
>
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> Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Mon Nov 27 2006 - 14:06:16 CET

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