Re: Dualità onda-particella

From: marcofuics <marcofuics_at_netscape.net>
Date: 16 Nov 2006 08:46:00 -0800

Sergio ha scritto:


> Non penso proprio che possa esistere un regione di spazio
> in cui siano assenti i campi.

Ok

> Voglio dire che, ad esempio, la luce si
> propaga
> anche nello spazio interstellare che piu' si avvicina al concetto ideale di
> spazio vuoto.

Si, ma allora vuoto di cariche e non vuoto di campo?


> L'idea del campo, per come la vedo io, si lega indissolubilmente
> a quella della spazio in cui si manifesta, e' una proprieta dello spazio
> stesso,
> altrimenti che significato fisico
> avrebbe questo campo? O e' un modo per rispolverare il buon vecchio
> etere tanto caro ai fisici dell'800?

Non e' l'etere, e' il CAMPO! Etere e campo Sono 2 cose diverse. Il
campo e' uno stratagemma per far in modo che 2 soggetti distanti nello
spazio possano interagire: come una sorta di longa manus, il campo
permette al suo proprietario di esercitare una certa azione/influenza
su un corpo remoto, anche senza "che avvenga il contatto". L'idea di
campo nasce perche' si potesse permettere alla Terra di attrarre la
mela, anche senza toccarla. E' un concetto arcaico perche' pre-suppone
l'esistenza dei corpi come oggetti materiali ed estesi spazialmente ad
occupare una determinata regione.
Quando gli oggetti sono cosi' fatti (materia nello spazio) per
esercitare una azione, una influenza, bisogna "TOCCARLI". Il campo
serve a spiegare come mai alcune <<Influenze>> si manifestino anche
come Tele-Influenze, cioe' capaci di agire da lontano. Detto questo e'
chiaro che il campo e' una entita' concettuale che non puoi rivelare
eccetto che con un corpo-sonda!
Quando tale sonda (opportunamente piccola da non perturbare il sistema,
al limite del possibile) risente di una qualche influenza siamo
d'accordo nel concludere ed accettare che in quel determinato punto
dello spazio naturale, in cui l'influenza si manifesta sulla sonda,
esista il CAMPO.
Classicamente ogni influenza si manifestava come forza, quindi come
capacita' di variare lo stato di moto della sonda.



> All'epoca della formulazione delle equazioni di Maxwell questa distinzione
> non
> era affatto nota, visto che c'era l'esigenza di trovare un mezzo in cui la
> perturbazione
> potesse propagarsi, nonostante le equazioni fossero formulate in termini di
> campi
> elettrici (E) e magnetici (B).

A quel tempo erano diverse tante cose, tra cui il campo di visuale,
diciamo la conoscenza su cui si basavano le varie scuole di pensiero.

> Questa e' ,a mio modo di vedere, una distinzione sottile ma superflua
> data principalmente dalle definizioni adottate. Ritornando
> alle domande precedenti: puoi dividere il campo dallo spazio in cui si
> manifesta?

[Che io possa o meno darti una risposta a questa domanda, mi spieghi
cosa c'entra nel discorso?]
COMUNQUE:
Secondo me il campo, come t'ho gia' detto (e mi sa che tu non leggi con
attenzione), si lega a 2 cose: LA SORGENTE e lo SPAZIO! ti consiglio di
rileggere il mio post precedente xche' stiamo girando in tondo... ho la
vaga sensazione che tu sia un po' confuso.

> In altri termini puoi fare un esperimento che mi dimostri che in una data
> regione
> di spazio (vuoto quanto ti pare) non c'e campo?

<<<<Tu vuoi sapere se esiste lo spazio privo di campi?>>>>
 ... :)) :)) :) :) :)
 Ma allora debbo capire non <che tu NON leggi con attenzione>, debbo
capire <<che tu NON LEGGI PROPRIO!>>
Ma come! Io prima ti ho scritto precisamente e con chiarezza (come le
stelle di notte):

......(cut)....Per vuoto tu cosa intendi?
Il vuoto e' una regione di spazio in cui sono assenti le cariche, in
cui sono assenti i campi, oppure in cui sono assenti
entrambi?...........(cut).........


E tu adesso che fai? Mi fai la stessa domanda? Mahhhh.... :)) secondo
me sei un po' piu' confuso di prima...

Behh, ciao Sergio :))
Received on Thu Nov 16 2006 - 17:46:00 CET

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