Re: Una questione un po' filosofica
Fatal_Error ha scritto:
> In una cavit� di corpo nero ad una data temperatura?
Cioe'? 2 atomi messi <In una cavit� di corpo nero>, quando sia
CORPO-NERO, si termalizzeranno... ma con cosa? Con la radiazione, e di
riflesso con tutti gli atomi che formano la cavita'; in una sorta di
equilibrio dinamico per gli scambi energeteci.
> In questo caso lo
> spettro della radiazione � continuo e puoi anche calcolare il numero di
> fotoni per volume e frequenza e la relativa probabilit� di transizione,
> sempre per unit� di tempo e frequenza. Scusami se non scrivo formule ma...
> Sono allergico al LaTeX! Comunque non capisco il nesso.
Forse dovrei ripetermi in maniera piu' chiara.
Siano 2 atomi (non chiediamoci per il momento dove sono) lontani
dall'interagire col resto del mondo.
Essi possono interagire l'uno con l'altro attraverso fotoni.
Per fare in modo che essi effettivamente interagiscano li suppongo
uguali (di stesso peso atomico) ma con un divario energetico
elettronico: uno dei due eccitato.
Se i due atomi hanno energie di risonanza uguali potranno scambiarsi
quell'energia in eccesso come fotone.
Se effettivamente i 2 atomi possano scambiarsi il fotone in eccesso
dipende "dal caso". Infatti il fotone ha una probabilita' di essere
emesso in una data direzione, che non deve per forza coincidere con la
congiungente all'altro atomo; ma io per adesso vorrei supporre che il
caso indichi sempre "la direzione giusta" (e poi vedremo di aggiustare
le cose).
Allora atomo 1 e atomo 2 si scambiano un fotone. Il fotone va dall'1 al
2, qui viene assorbito.... fa un po' "di casino all'interno dell'atomo
2", quindi l'atomo 2 lo risputa fuori.
Quanto tempo passa dal momento in cui l'atomo 2 assorbe il fotone al
momento in cui lo riemette?
Un certo intervallo di tempo che non e' dato prevedere, anche qui il
caso gioca un ruolo importante. Beh, se durante questo intervallo di
tempo per il nostro ATOMO1 non saranno variate le caratteristiche
allora esso potra' riassorbire quel fotone riportandosi esattamente
allo stato iniziale.
Dunque, cosa ho supposto debba verificarsi affinche' questo "pendolo
atomico" possa funzionare?
Che il caso ci dia una mano; che le <<cose non cambino>> durante il
periodo in cui uno dei 2 atomi e' eccitato.
Ora, cosa succederebbe se i 2 atomi si allontanassero l'uno dall'altro,
o fossero comunque in moto relativo?
Il fotone andrebbe perso.
Ritorno adesso all'assunzione fatta prima: cioe' dei 2 atomi talmente
lontani dal resto da non interagire con alcuna cosa eccetto che con
loro stessi.
Ebbene, questa volta il caso lo suppongo piu' realistico; i 2 atomi
immersi nel conteso reale quindi con la facolta' di interagire con
tutto il resto.
Cosa succede quando il fotone, di cui parlavo prima che sostanzialmente
vien perduto, cessa di interagire con l'atomo1 (o con l'atomo2)? Per un
leggero shift di frequenza, esso potra' intergire con un qualche altro
atomo, esistente nell'ambiente, capace di assorbirlo.
E cosi' quindi potremmo chiederci quale "cammino" avra' fatto il fotone
da quando venne emesso dall'Atomo1. Sara' transitato per moltissimi
atomi, ma conservera' piu' la sua identita' originale?
Orbene, il fatto che durante questo cammino che il fotone fa
zompettando da un'atomo all'altro lo spazio si espanda (e cio' perche'
ogni forma di energia e' tale in quanto espande lo spazio in cui si
trova e quello che la circonda....nel modello classico della RG)
implica che le condizioni varino costantemente imponendo al fotone di
non poter ritornare "sua sponte" allo stato di partenza poiche' adesso
il cammino (diciamolo inverso) risulta non piu' percorribile. Ecco la
freccia del tempo. Il fotone non sara' piu' nello steso stato iniziale,
ne' sara' piu' identico a quando fu emesso per via della energia stessa
delle cose. Proprio questa energia rende impossibile camminare a
ritroso.
Received on Tue Oct 10 2006 - 09:28:22 CEST
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