Elio Fabri ha scritto:
>
> Ti faccio pero' una domanda: secondo te quelle generazioni di fisici
> che da secoli in qua hanno creduto di misurare la velocita' della
> luce, che c... hanno fatto in realta'?
hanno <<misurato>> la diversa percezione che noi abbiamo del tempo, in
relazione alla luce e sempre dalla luce fornitaci.
E' semplice il ragionamento(se non sbaglio ne parli in un altro
thread):
La velocita' indica quanto repentinamente "un corpo varia la sua
posizione spaziale";
e' necessario quindi che il corpo sia dotato di alcune proprieta'
fondamentali:
--->la possibilita' di essere localizzato (tramite la luce)....
--->che esso abbia una estensione finita e ben delimitata....
Sappiamo che la luce non e' un corpo che risponde alle prerogative di
cui sopra, quindi chiedere che essa offra la possibilita' di ottenerne
una misura di velocita' significa:
---> o modificare il concetto di velocita';
---> oppure misurare la velocita' di un'altra entita' (che non e' la
luce).
Ecco, quando si parla di velocita' c della luce si intende una misura
del "tempo, che noi misuriamo intercorrere tra l'emissione e la
ricezione <<del segnale>> da parte di 2 sorgenti-e.m. prestabilite".
......ci si chiedeva come vedesse la luce un osservatore che viaggiasse
a c....[nell'altro thread]
Il segnale "luce" e' comunque riconducibile alla interazione tra
cariche elettriche fondamentali attraverso il campo.
Cioe' la misura riconduce pari pari a quello che accadrebbe tra due
elettroni che si parlano tramite campo em, e quindi alla emissione ed
assorbimento del fotone.[fino alla nostra conoscenza].
Ovviamente la QED solleva (per poi nascondere) un ulteriore problema:
se davvero 2 elettroni "si parlano" tramite un fotone, perche' il
fotone viene emesso proprio in quel preciso istante?
Il fotone esiste virtualmente da sempre ed esiste per tutti i possibili
cammini che lo portano da un
punto all'altro. Allora la misura della velocita' della luce cosa ha a
che vedere con questo?
In un certo senso quando noi misuriamo la velocita' non stiamo
misurando che l'effetto della propagazione, ma non la propagazione
stessa dato che questa potrebbe anche condurci a computare un tempo
infinitamente grande (o infinitamente piccolo).
Dopotutto l'interferenza tra fotoni puo' esistere anche se i fotoni non
arrivano contemporaneamente sullo schermo, e cio' perche' mentre per
noi e' naturale il concetto di velocita' per la luce non lo e' affatto;
altrimenti come spieghi questo avvenimento?
https://www.springerlink.com/content/30240766qg2828w4/resource-secured/?target=fulltext.pdf
l'argomento e' affascinante....dagli un'occhiata, ciao
Received on Mon Oct 09 2006 - 16:55:39 CEST