Re: Perchè esistono i colori ? (Why are there the colours ?)
Il 14/05/2019 16:34, Soviet_Mario ha scritto:
> ovviamente poi si sconfina fuori dalla fisica perché il fenomeno
> percettivo è un tentativo di interpretazione di input sensoriali per
> assegnare loro un "significato", che non è oggettivo all'input stesso.
Sì, ma anche tale assegnazione di "significato" non è una scelta
soggettiva, ma è stata determinata dall'evoluzione. Per es. non è
conveniente vedere come verde (molto importante per riconoscere la
vegetazione) una miscela di rosso e blu che non viene emessa dalle
foglie, che quei due colori li assorbono. Perciò con un opportuno
algoritmo tale dicromatismo viene percepito sul viola.
>> Aggiungi la parte di fisiologia e psicologia ;-)
>
> che è incasinata.
Parecchio. E pure tuttora incompleta.
> BTW : una cosa che mi ha sempre urtato enormemente della percezione
> cromatica è questa : percepiamo come viola sia i violi spettrali puri (a
> destra del blu) sia miscele di blu spettrale e rosso spettrale e questo
> mi urta "energeticamente".
>
> A volte le cose sono riconoscibili, ma non sempre (e non saprei spiegare
> come). Tipicamente i viola puri sono meno luminosi, come tinta, ma più
> saturi
Più saturi perché violetti monocromatici. Il tuo apparato visivo fa
rosso + blu = violetto + bianco = magenta.
Anche i colori dell'infrarosso vicino (vedi mio post precedente) sono
simili a quelli del visibile ma desaturati.
> Questa intepretazione, percettiva, delle fluorescenze, partendo da
> elaborazione della luminosità media del contesto in confronto a quella
> del sistema, aggiunge una qualche informazione per distinguere certe
> volte il viola spettrale puro (e duro) dal mix blu+rosso.
Certo. Un colore policromatico appare sempre meno saturo di quello della
lunghezza d'onda monocromatica di cui simula la percezione.
Bye,
*GB*
Received on Tue May 14 2019 - 21:45:20 CEST
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