argo ha scritto:
> Michele Ancis wrote:
> > Ed infatti, con quello che ho detto dopo, intendevo dare una
> > "giustificazione" di questo fatto...Mi sembrava che fosse "troppo"
> > definire, con F=m*a, ben due cose: la Forza, con def. operativa, e la
> > massa, come "campione arbitrario". Visto che mi confermi che le cose non
> > possono stare cos�, ti chiedo: se prendiamo la prima legge come una def.
> > "teorica" (come ho specificato nel primo post), e la seconda come def.
> > operativa di FORZA....Dove sta la def. di "Massa"?
> Ciao,
> sono indeciso tra due alternative molto vicine:
> 1) definire la massa m attraverso la seconda legge F=ma, e forza F
> attravero la conservazione della quantita' di moto: un sistema 1
> esercita sul sistema 2 una forza F pari a meno la variazione della
> propria quantita' di moto per unita' di tempo: F=-(d/d)p.
> 2) definire la massa m attraverso la quantita' di moto p=mv che entra
> nella seconda legge che definisce la forza F=(d/dt)p.
> Saluti.
Ciao Argo,
la tua impostazione mi lascia pi� o meno nelle condizioni di
prima...Definire la massa con il secondo principio, e la forza come la
variazione della quantit� di moto, sono parenti *troppo* stretti, ti pare?
Visto che stiamo considerando corpi puntiformi, la massa non pu� nemmeno
variare e dp/dt � proprio m*a.
Mi piace molto di pi� l'idea di sfruttare DUE principi (il secondo e il
terzo) per definire due grandezze. L'osservazione (che mi dicono risalire
a Mach) che - in soldoni - Fab = -Fba, permette di definire
_indipendentemente_ da F=m*a una costante, che � poi proprio la massa.
M
--
Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora
(Guglielmo Da Ockham)
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Thu Aug 24 2006 - 20:45:54 CEST