Ciao, le consideazioni riferite al voltmetro sono esatte proprio a causa di
quanto tu stesso dici: non esistendo generatori ideali di tensione, in grado
cio� di mantenere ai capi una tensione stabilita indipendentemente dal
carico, l'inserimento del voltmetro provoca un (piccolissimo, si spera, se
no addio misura...) aumento del carico e quindi della corrente erogata,
corrente che provoca una ulteriore caduta di tensione ai capi della
resistenza del generatore. In linea di principio � sempre impossibile
effettuare una misura senza perturbare il misurando. Si cerca di farlo meno
possibile.
Coimunque, volendo vedere il problema dal punto di vista energetico,
possiamo anche dire che nel voltmetro scorre una corrente (per quanto
piccola) che, moltiplicata per la tensione ai suoi capi (ed un eventuale
fattore di potenza) d� luogo ad una potenza assorbita (del resto, in uno
strumento ad indice mobile, qualcosa dovr� pur far muovere l'indice...).
Tale potenza deve comunque essere fornita dal generatore. Se � ideale di
tensione, questo compenser� la situazione erogando comunque una potenza
maggiore (aumenta la corrente nel circuito) . Se � reale di tensione si
verificher� una caduta di tensione aggiuntiva ai suoi capi.
ciao, Gabriele
"gnappa" <lagiraffa77_at_yahoo.it> ha scritto nel messaggio
news:44eb1fda$0$30234$4fafbaef_at_reader1.news.tin.it...
> Solitamente[*] ho visto che l'influenza degli strumenti di misura,
> amperometro e voltmetro, su un circuito a cui sono collegati, viene
> presentato nel modo seguente.
> ----------
> Un amperometro ha una resistenza ra interna e viene collegato in serie
> alla resistenza R attraverso cui si vuole misurare la corrente, quindi
> l'amperometro modifica la corrente secondo la relazione:
> I = V/(R+Ra)
> dove V � la differenza di potenziale ai capi del tratto
> amperometro+resistenza.
>
> Per il voltmetro, essendo collegato in parallelo, una parte della
> corrente I che prima fluiva solo nella resistenza R fluisce nella
> resistenza interna rv del voltmetro, quindi l'inserimento del voltmetro
> modifica la differenza di potenziale ai capi della resistenza perch� la
> corrente che l'attraversa � diminuita.
> -----------
> A me sembra che la seconda parte, quella riferita al voltmetro, non
> abbia senso. Prima di tutto non � consistente con quanto detto per
> l'amperometro, perch� qui stiamo studiando il caso semplice di un
> circuito composto solo da un generatore di tensione e una resistenza, a
> cui colleghiamo una volta un amperometro e una volta un voltmetro. Nel
> primo caso giustamente la ddp totale non varia (essendo il generatore un
> generatore di tensione), quindi perch� collegando un voltmetro
> magicamente la quantit� costante deve essere la corrente?
>
> Secondo me sarebbe giusto dire che l'inserimento del voltmetro modifica
> la caduta di potenziale ai capi della resistenza, perch� il generatore
> non � ideale, ma ha anche lui una resistenza interna rg. Allora se il
> generatore ha una fem = V, la caduta ai capi di R � V*R/(R+rg), e
> inserendo il voltmetro al posto di R bisogna sostituire il parallelo tra
> R e rv, che � minore di R, quindi la caduta ai capi di resistenza e
> voltmetro � minore di quella senza voltmetro.
>
> Vorrei un chiarimento in proposito, grazie :-)
>
>
> [*] ad esempio qui:
> http://ishtar.df.unibo.it/em/elet/voltmetri.html
>
http://www.g6.unimore.it/aa_2005_2006/Lab%20Fisica%20A/Misure%20elettriche.p
df
>
> --
> GN/\PPA
> "E' meglio accendere una candela che maledire l'oscurit�"
> http://amnestypiacenza.altervista.org
Received on Fri Aug 25 2006 - 08:29:57 CEST