Re: condizionatori e umidità dell'aria
Soviet_Mario ha scritto:
Le mie conoscenze di fisica risalgono alle scuole superiori, pertanto �
facile che io possa dire cose inesatte ed usare un linguaggio non
corretto dal punto di vista scientifico, ma installando e riparando
condizionatori (e deumidificatori) da pi� di 20 anni un po' di
esperienza e conoscenze "empiriche" me le sono fatte.
> Se parli di umidit� assoluta (nella maggior parte dei casi � un
> parametro non troppo significativo, cmq), hai ragione tu.
> L'apparecchio condensa un po' d'acqua sullo scambiatore e la raccoglie a
> parte, indi c'� meno vapore nella stanza. Punto.
>
> Se invece consideri l'umidit� relativa, parametro pi� rilevante, ossia
> la frazione (x 100) tra la massa di vapore nell'aria data e quella che
> avrebbe se l'aria fosse satura di vapore alla data temperatura (o
> analogamente il rapporto tra la pressione parziale del vapore e la
> pressione di vapor saturo, sempre alla data temperatura), il discorso si
> ribalta, e, come vedi, � stata aggiunta la precisazione della costanza
> della temperatura nel raffronto.
> Questo perch� al variare della temperatura, una stessa umidit� assoluta
> pu� risultare inferior, uguale o anche superiore (situazione non
> stabile) alla saturazione (umidit� relativa 100%).
> Evidentemente l'effetto del condizionatore sulla temperatura dell'aria �
> pi� significativo che non l'effetto, collaterale, della rimozione di una
> parte di vapore.
Non � cos�. Questo avveniva in passato (piuttosto remoto), ma ora i
condizionatori sono progetati seguendo criteri di qualit� dell'aria.
Pertanto � invece privilegiata l'azione di rimozione dell'umidit� su
quella di raffreddamento, perch� � risulatato chiaro (da almeno una
quindicina d'anni) che raffrescare senza deumidificare creava situazioni
di disagio.
> Per meglio dire, la parte di vapore restante, trovandosi in aria
> sensibilmente pi� fredda, fa s� che in definitiva tu ti sia avvicinato
> di pi� alla condizione critica di saturazione.
La condizione critica di saturazione viene raggiunta (altrimenti non
sarebbe possibile far condensare l'acqua), infatti misurando l'umidit�
relativa dell'aria all'uscita dallo scambiatore questa � del 100%.
Occorre tenere presente per� che quest'aria esce a temperatura molto
bassa (anche meno di 10� C), ma si miscela con l'aria dell'ambiente che
� a temperatura superiore, per cui il valore della UR si modifica
immediatamente.
Dato che non sono un fisico ti propongo un esempio per spiegare meglio
la situazione.
Supponiamo di avere un condizionatore in una stanza usato correttamente
(porte e finestre chiuse) e due situazioni differenti:
nella prima il condizionatore � decisamente sottodimensionato, per cui
la quantit� di calore che riesce a smaltire � molto inferiore a quella
che entra nella stanza (pareti, vetro della finestra) mentre nella
seconde il cdz � decisamente sovradimensionato.
Nel primo caso il cdz rester� sempre in moto senza riuscire ad abbassare
la temperatura del locale (situazione tra l'altro, soprattutto in
giornate molto calde come in questo periodo, piuttosto frequente). Se la
temperatura rimane la stessa ma l'umidit� viene tolta (la condensa
prodotta) � evidente che l'UR si abbasser�.
Nel secondo caso il cdz si accender�, abbasser� rapidamente la
temperatura, si spegner� dopo poco tempo (arrivato alla temperatura
impostata), continuando a funzionare "ad intermittenza". In questo caso,
rimanendo acceso per poco tempo toglier� poca acqua dall'aria e l'UR
potrebbe quindi anche aumentare (essendo invece la temperatura abbassatasi).
Evidentemente tra queste due condizioni limite c'� anche quella di un
cdz dimensionato correttamente che deumidifica e raffredda
contemporaneamente. Questo perch�, come accennato sopra, i cdz sono
costruiti in modo da privilegiare la deumidificazione rispetto al
raffrescamento (infatti in giornate molto umide accade spesso che
l'abbassamento di temperatura dell'aria tra entrata ed uscita sia molto
ridotto).
Ciao.
Received on Fri Aug 04 2006 - 12:24:50 CEST
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