Re: teoria ed esperienza

From: Giorgio Bibbiani <giorgio_bibbiani_at_TOGLIvirgilio.it>
Date: Thu, 3 Aug 2006 08:51:40 +0200

"argo" ha scritto:
...
> Un sottoprodotto di questa deduzione teorica e scrematura sperimentale
> e' che esiste una velocita' limite c, la velocita' (oserei dire
> incidentalmente) della luce.
> Questa mi sembra che risponda in parte a ''perche' esiste una velocita'
> limite''.
...

Hai detto tu stesso che per scegliere tra gruppo di Galileo e gruppo di
Lorentz bisogna ricorrere agli esperimenti, secondo me l'unica risposta
onesta alla domanda "perche' esiste una velocita' limite" e':
"perche', almeno fino ad oggi, cosi' risulta dagli esperimenti".
E' bello scoprire che i fenomeni naturali possono essere classificati
e descritti per mezzo delle leggi fisiche a partire da pochi principi
fondamentali, ma io penso che la matematica sia per la fisica solo uno
strumento, e che sia rischioso far assumere ad assiomi matematici un
ruolo che non compete loro. Ad es. le trasformazioni di Lorentz si deducono
nell'ipotesi di omogeneita' e isotropia dello spazio e del tempo, ma e' vero
che lo spazio e il tempo sono omogenei e isotropi?
Solo l'esperienza puo' darci una risposta.
Inoltre non dimentichiamo che le leggi fisiche hanno sempre un carattere
di provvisorieta', sono da considerarsi vere solo fino a prova contraria,
diversamente dai teoremi matematici che si ricavano da assiomi e che sono
veri in assoluto.
Questo senza nulla togliere alla bellezza e al potere euristico conseguenti
alla classificazione delle leggi naturali sperimentali per mezzo di teorie
matematiche.

Ciao
-- 
Giorgio Bibbiani
Received on Thu Aug 03 2006 - 08:51:40 CEST

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