(wrong string) � della luce in campi gravitazionali

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Wed, 31 May 2006 01:19:11 +0200

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:4e3mp2F1d93shU3_at_individual.net...

> Semplice. Li' Pais sta parlando di una fase ancora preliminare del
> lavoro di Einstein.
> C'erano molte cose che ancora non aveva capito...
>
> Una essenziale era il ruolo arbitrario del sistema di coordinate, e
> quindi l'impossibilita' di attribuire un significato fisico a quella
> che ingenuamente allora chiamava "velocita'".

Eh gia', proprio questo a me pare sia lo scoglio che non riesco proprio a
superare.
Un po' mi consola il fatto che lo stesso Einstein, non ricordo bene dove,
forse sulla sua autobiografia scientifica, dice che dalle prime idee al
nocciolo della RG ha impiegato tutto quel tempo proprio per liberarsi della
idea che le coordinate debbano necessariamente avere un significato metrico.
Su questo punto viene attaccato da Bridgman nel saggio pubblicato in
occasione della suddetta biografia, ma Einstein risponde in maniera per me
abbastanza criptica (dice qualcosa tipo "non tutti i concetti presenti in
una teoria devono avere significato operativo, basta che ce ne siano
alcuni").

Ora io, con tutta la rottura che faccio da un po' di tempo sul fatto che gli
orologi li possiamo settare come ci pare, non e' che mi scandilizzo se,
oltre al numero segnato dall'orologio fisso nel punto P, anche i tre numeri
segnati sulla bandierina fissa in P (le coordinate spaziali) decidiamo di
settarle come ci pare, pero' la maniera che scegliamo per fissare questi
numeri mi pare che necessariamente debba essere esplicitata, e io non lo
capisco proprio in RG quale sarebbe questa maniera.

In RR qundo dico l'evento (ct,x,y,z) lo so cosa intendo. Intendo che
compiendo x passi (cioe' x volte il regolo unitario) in direzione x, y passi
in direzione y e z passi in direzione z arrivo in un punto dove si trova un
orologio (preventivamente sincronizzato ad esempio tramite relazione
standard) e l'evento descritto avviene in contemporanea con il segnare
l'istante t da parte dell'orologio. Che so, in un certo punto c'e' una
pianta e in un certo istante cade una mela. L'evento (ct,x,y,z) descrive
proprio la caduta della mela perche' avviene proprio li' dove e' la pianta
(cioe' nel punto dove abbiamo piantato la bandierina con scritti (x,y,z)) e
avviene proprio quando l'orologio fisso li' dove sta la pianta sta segnando
l'istante t.

Ora, se e' t l'istante che segnerebbe l'orologio in sincronizzazione
standard, potremmo certamente decidere di settare gli orologi in modo da far
loro segnare l'istante t'=t+f(x,y,z), e, allo stesso modo, anche sulle
bandierine potremmo decidere di scriverci numeri diversi, ad esempio, nel
punto che raggiungiamo dopo x passi in direzione x, y passi in direzione y,
z passi in direzione z, potremmo decidere di scriverci la tripla
(x',y',z')=(x+g1(x,y,z),y+g2(x,y,z),z+g3(x,y,z)), pero' cosa sono queste f,
g1, g2 e g3 lo devo dire altrimenti non riesco a capirlo, dal conoscere i
valori x', y', z', se sto intendendo il punto dove sta la pianta o un
qualsiasi altro punto.

Quando leggo qualcosa tipo:
"nelle variabili ct',x',y',z' la metrica e' la seguente ..."
a me viene da dire:
"Ok, la metrica sara' pure quella che vuoi, ma intanto quelle variabili,
*operativamente*, come le hai ottenute"?

Lo so che ci siamo passati altre volte su questo punto, e, se ho ben capito,
su questioni analoghe ti dibattevi anche tu fino a che non hai letto
Gravitation, ma ... Gravitation e' piu' di 1000 pagine, ci si deve passare
per forza o c'e' un qualche modo per fare almeno un minimo di luce in poche
parole ?
Grazie.

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed May 31 2006 - 01:19:11 CEST

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