Re: Falsificabilita` e Meccanica Quantistica

From: Angelo <angelo.martini_at_katamail.com>
Date: Sun, 28 May 2006 17:30:11 +0200

"Giovanni Lagnese" <lagnese_at_[remove me] ngi.it> ha scritto nel messaggio
news:e595g6$vs7$1_at_nnrp.ngi.it...


> Siete tutti d'accordo?

Io s�, per quel che pu� importare :-)! Ma con alcune riserve e precisazioni.
In particolare:
1) se vuoi partire dal criterio di falsificabilit� di Popper per valutare la
scientificit� di un enunciato (e non � una necessit�)
2) se ti riferisci ad enunciati di carattere generale "tutti i buoi sono
quadrupedi" e non ad enunciati sui quali il criterio falsificazionista non
pu� _per definizione_ essere applicato: "Esistono versetti satanici che se
pronunciati in certo modo producono la comparsa del Demonio" (un esempio del
genere lo fa proprio Popper), ma non ti dice _con quale_ probabilit�....
3) se ti riferisci ad enunciati del tipo precedente che, in particolare,
sono di natura probabilistica, del tipo "il 30% dei ranocchi maschi alla
nasciata hanno tre zampe",

allora il criterio di Popper �, direi, soggetto ai problemi da te rilevati.
Ma da qui a ritenere meno scientifici gli enunciati probabilistici, ne
passa. Soprattutto per un fisico (che non sono io, sia chiaro) che giorno
dopo giorno verifica la solidit� di teorie come la MQ o della meccanica
statistica. Il punto � semplice: il lavoro di Popper, IMHO (ma quanto dico
lo si evince dalla critica al verificazionismo che Popper fa), non ha tutte
le pretese che spesso gli si riconoscono.
Non vuole porsi come criterio assoluto di scientificit�. Il suo obiettivo
primario � quello di separare il dominio degli enunciati scientifici da
quello degli enunciati sui quali la scienza non pu�, secondo la sua tesi,
esprimersi. Popper si rende conto della peculiare natura della stragrande
maggioranza delle affermazioni proprie della scienza, che per un meccanismo
di inferenza induttiva vengono estese anche ai "casi" temporalmente e
spazialmente non verificati (o verificabili). Pertando, riferendosi a quella
che lui defiisce una questione di "asimmetria", si rende conto di come
sarebbe pi� facile decidere di abbandonare una asserzione se questa si
mostrasse sbagliata _una sola volta_, piuttosto che andare a controllare che
essa si verifichi sempre per dichiararla "vera". Popper, infine, non
pretende di poter concludere circa la non scientificit� degli enunciati non
falsificabili, ma si limita diplomaticamente a sostenere che la scienza
dovrebbe semplicemente ritenerli estranei al suo dominio (enunciati di tipo
esistenziale o metafisico, che per i neopositivisti erano privi di senso a
priori; il verificazionismo, al contrario, pretendeva infatti di privare di
senso gli asserti di questo tipo, attaccando, involontariamente, anche quei
particolari enunciati "universali" che sono propri della scienza. E quindi
non perseguiva la sua finalit� di demarcazione tra scienza e metafisica) di
interesse.

Su un mio libro � riportata una frasi di Einstein che dice: "Mentre nessun
esperimento positivo pu� darmi definitivamente ragione, un solo esperimento
negativo pu� sempre darmi torto". Beh....lui aveva centrato il nocciolo del
problema di Popper.

Tutto in IMHO, si intende. Io sono poco bravo con la filosofia ed ancor meno
con la fisica. ;-)

Ciao

PS.: sicuramente avrai molta letteratura al proposito, ma se vuoi posso
mandarti via e-mail le scansioni delle pagine di un liibro molto ben fatte,
dedicate a Popper.
Received on Sun May 28 2006 - 17:30:11 CEST

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