Re: Perche' e' successo? Semi OT

From: Aleph <no_spam_at_no_spam.com>
Date: Mon, 29 May 2006 12:58:25 +0200

Neo ha scritto:

...
> Cosi' ho ripensato all'epoca in cui Enrico e i ragazzi di via
> panisperna lavoravano in Italia. In quel periodo la fisica mondiale
> portava la firma del nostro paese.
> Poi un lento declino dovuto, in parte al fascismo, in parte alle troppe
> raccomandazioni e alla voglia di fare poco e guadagnare tanto.

Lavorare poco passi, ma guadagnare tanto non direi proprio. Al giorno
d'oggi penso che il pi� scalcinato dei commercialisti (solo per fare un
esempio, non ho nulla contro i commercialisti) guadagna pi� di onesto
professore ordinario in fisica e anche ai tempi di Fermi non era poi cos�
diverso.
Vorrei chiosare quanto detto con un chiaro avvertimento: "Chiunque pensi
di dedicarsi alla ricerca scientifica perch� confida in stipendi
interessanti al 95% sta sbagliando bersaglio.

> Dare la colpa al fascismo pero' e' troppo semplice in quanto oggi le
> cose sono diverse. Allora perche' non si riesce a trattenere i
> "migliori" e li diamo agli altri paesi? Va bene che ci deve essere lo
> cambio culturale ma non e' del tipo <=> ma solo =>.

Secondo me questa storia della fuga di cervelli �, almeno in parte, un
mito o perlomeno � molto esagerata.
E' vero, un certo numero di giovani ricercatori italiani, in mancanza di
oppurtunit�, si rivolge alle strutture di ricerca di altri Paesi
(soprattutto gli Usa), ma quanti di costoro riescono a raggiungere nel
tempo posizioni di primo piano?
Non molti a occhio e croce, e la cosa non deve stupire pi� di tanto,
poich� l'eccellenza � statisticamente rara e il nostro Paese, a conti
fatti, � un Paese di medie dimensioni ed � del tutto fisiologico che
l'affacciarsi sulla scena di nuovi attori, come l'India, la Cina o il
Brasile, ci allontani sempre pi� dalle posizioni di testa, in campo
economico, come in campo scientifico.

E' chiaro per� che, globalizzazione a parte, l'Italia ha dei problemi
aggiuntivi propri, ormai decennali, che la rendono ancora pi� marginale
nel panorama mondiale della ricerca e sono sommariamente:

1) scarsa cultura dell'innovazione: la nostra � una societ� vecchia e
decadente e lo si vede in ogni ambito;
2) sistema della ricerca inefficiente: i pochi soldi a disposizione non
vengono sempre spesi bene e alcuni istituti di ricerca sono autentici
carrozzoni;
3) sistema del reclutamento e di valutazione dei ricercatori inadeguato,
basato pi� su clientele che non su criteri effettivamente meritocratici;
4) inadeguatezza di fondi e risorse.

> Sia chiaro che con i "migliori" non intendo solo le persone ma anche le
> idee (mi viene in mente il motore multi jet...). Che gli U.S.A. siano
> avanti anni luce penso conconrdiamo tutti ma non e' certo grazie alle
> sue teste...

Il paragone, tout court, fra Italia e Usa fa un po' sorridere, se mai la
cosa pi� giusta sarebbe confrontare Usa ed Europa.

> Possibile che non ci sia nessuno interessato a far rinascere il nostro
> paese e portartarlo tra i primi in assoluto? A nessuno interessa
> (sopratutto tra i politici)?

Tra i primi in assoluto la vedo quasi impossibile; l'Italia dovrebbe
puntare a mantenere le posizioni attuali in alcuni campi della ricerca di
base in cui storicamente ha sempre dato contributi apprezzabili e poi
provare a ritagliarsi uno spazio in ambiti specifici della ricerca
applicata, che abbiano anche ricadute economiche e soprattutto partecipare
sempre pi� agli organismi di ricerca internazionale, segnatamente europei.
Competere su tutto ovviamente non � possibile per le dimensioni limitate
del nostro Paese.

Saluti,
Aleph





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Received on Mon May 29 2006 - 12:58:25 CEST

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