"Francesco Giannici" <zenarcade_at_libero.it> wrote in message
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>
> Credo che ci sia un equivoco di fondo.
> Un referee (non un editor) � in media una persona che lavora
> attivamente in un dato campo. Nel senso che fa/scrive/legge/respira
> quotidianamente le cose che poi gli viene chiesto di referare.
> Uno che non facesse queste cose non avrebbe la minima competenza per
> referare alcunch�. (I direttori dei centri di ricerca, invece, trovano
> finanziamenti, che � un'attivit� altrettanto importante ma abbastanza
> diversa dal fare direttamente ricerca).
>
Quindi secondo te una persona che abbia passato 6 anni nell`ambiente
della fisica dello stato solido nel momento in cui smettsse l�ttivita`
per fare solo il referee non avrebbe competenze.
No qui non sono daccordo, anzi, secondo me acquisterebbe una visione
piu`
ampia, avrebbe piu`tempo per informarsi bene.
D`altronde anche chi fa il referee al giorno d`oggi ha competenza si
ma non di tutto. E�molto difficile per me capire talks su esperimenti
nel mio campo ma diversi dal mio.
> Non mi risulta che nessuno "controlli direttamente" (nel senso di
> raccogliere n centinaia di cristalli e fare diffrazioni nelle stesse
> condizioni) i raggi ionici che Shannon ha raccolto nel '76.
A me invece si ed e`per questo che ho incominciato il post.
Ora questo esperimento di Shannon non lo conosco.
Ma come ti ho detto (vedi esempio di Sch�n) che vi sono esperimenti
che possono essere controllati un po`meglio che non leggere i dati
che l`autore riporta e questo senza spendere milioni a ripetere
l`esperimento. Secondo me bastava qualcuno che fosse andato nel labo
ratorio di questo Sch�n e gli avesse chiesto, dopo una sommaria
chiarificazione
dei metodi e degli apparati, di ripetere l`esperimento con lui li`
presente. Sia chiaro, questo non risolve tutti i problemi e tutti i
trucchi che ci possono essere dietro cattivi risultati ma da`un
controllo
in piu`ed aumenta l`affidabilita`degli articoli.
Nel caso suddetto avrebbe avuto un effetto devastante visto che i dati
erano
praticamente inventati.
Per� ogni
> anno vengono usati proficuamente in un numero enorme di pubblicazioni,
> questi s� come una sorta di ipse dixit. E' un male? Non lo so. Alla
> fine per fare i proverbiali nani sulle spalle dei giganti serve anche
> questo.
>
Posso citare al proposito un racconto preso dai Quaderni di le Scienze
riguardo a Pasteur. Da quel che li`e`scritto sembra che Pasteur
(il gigante) non
l`avesse vista giusta con il vaccino antirabbico.
Per salvare il suo mentore pare che Emile Roux, il suo assistente,
abbia mentito su una autopsia. Lascio a te capire quali danni alla
scienza
possono esserne derivati.
Ora che si voglia costruire sulle spalle di giganti sono daccordo.
Ma i giganti non sono esentati dal dare prove dei loro risultati.
Un articolo di un gigante puo`essere guardato con occhio piu`benevolo
in considerazione che ha un curriculum rispettabile.
Ma non che venga fatto passare per una via diretta.
L�ideale sarebbe che nessun articolo avesse vie di preferenza ma questo
forse
e`troppo utopistico.
> Forse sono troppo ottimista, o forse il mio personalissimo orticello �
> abbastanza al riparo dalle bufale. Ma per la mia esperienza, se scrivi
> castronerie, nel 99% dei casi basta il solo aspetto dell'articolo per
> farti sospettare qualcosa (non esistono i geni del male, un lavoro
> opinabile � quasi sempre un lavoro sciatto), nel restante 1% in poco
> tempo le magagne vengono fuori, e nessuno dar� "autorevolezza" (nel
> senso che ho citato poco fa) a qualcosa che apertamente non ne merita.
>
> Per concludere: se non sei un po' in grado di valutare un lavoro da
> solo, allora non si capisce a cosa dovrebbe servirti, 'sto lavoro.
>
> Ciao
Il fatto e`che puoi anche valutare da solo la qualita`di un lavoro
ma... facciamo un esempio:
In un lavoro ci sta`scritto che il tal scienziato ha rilevato
una certa correlazione tra massa e momento magnetico di un cluster
di atomi.
I dati riportati sono strani e a te sembra un brutto lavoro.
Pero`tu (che non sei il capo del tuo laboratorio) vieni incaricato
di effettuare un esperimento che,seguendo i risultati dell`articolo,
riesca a determinare quantitativamente tale correlazione con un miglior
errore per futuri sviluppi.
Cominci a costruire, ti ci vogliono almeno 2 anni per arrivare ad
un primo tentativo di riproduzione dei dati del tizio: non salta
fuori nulla. Ti alambicchi per un altro anno o piu`a capire dove sbagli
o
se non ha sbagliato il tizio, a modificare il sistema a esplorare
con minuzia.
Poi hai gia`finito il tempo, sei bruciato.
Eppure avevi capito che il lavoro era fasullo e non serviva continuare.
Lo avevi detto al tuo capo ma lui voleva andare avanti.
Ma alla fine cosa pubblichi? Un controarticolo (se il capo del lab e`
d�ccordo ben s`intende)? Ti esponi te anonimo ricercatore contro il
gigante
che ha fatto il pasticcio?
In questo caso la comprensione della qualita`dell`articolo non ha
portato
a benefici per il povero malcapitato che non si poteva staccare comunque
dalla scomoda referenza.
the Volk
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Received on Sun May 21 2006 - 16:55:33 CEST