Re: A me pare che non sia cambiato quasi nulla
Nel suo scritto precedente, Bruno Cocciaro ha sostenuto :
> "Tetis" ha scritto nel messaggio
> news:4f4c1d37$0$1382$4fafbaef_at_reader2.news.tin.it...
> Scriveva Bruno Cocciaro luned�, 27/02/2012:
>
Scusa se taglio tutto il resto, ti seguo poco, ma nella parte che ho
tagliato si tratta solo di leggere perch� non fai precisazioni, ma stai
solo introducendo l'argomento, che � il seguente:
[...]
> Galileo dice che
> se
> nel nostro esperimento non interagiamo in alcun modo con cio' che sta "fuori
> coperta"
> allora
> l'esito del nostro esperimento sara' sempre lo stesso, quale che sia il
> "navilio" all'interno del quale eseguiamo l'esperimento.
Ora ti voglio portare a riflettere sul fatto che lo scambio di
particelle tachioniche fra particelle ordinarie � un fenomeno pu�
avvenire del tutto "sotto coperta". O ti sembra di no?
Nel tuo naviglio puoi avere un veloce skateboard che trasporta un
acceleratore miniaturizzato ma molto energetico che produce un tachione
in un punto il quale viene assorbito in un altro punto. Al variare
della energia della sorgente hai solo un cambiamento da un riferimento
sotto la coperta dello skateboard al sotto-coperta del naviglio.
Il punto � come trasformano le grandezze dinamiche in questi
cambiamenti di riferimento? O lo fanno in accordo alle leggi di
conservazione della relativit� ristretta oppure in un quadro pi� ampio
che hai l'onere di definire e quantificare.
[...]
Naturalmente puoi rispondere che l'emissione di neutrini comporta
l'interazione con un qualcosa che non sta sottocoperta, ma questo devi
dimostrarlo e devi quantifarlo in modo coerente ed approfondito sulla
base degli esperimenti di diffusione alle varie energie che finora
forniscono un quadro incompleto ma consistente con l'ipotesi di
covarianza, o per usare le tue parole, che gli scambi di neutrini
avvengano "sotto coperta".
> Questo dice il principio di relativita'.
[...]
> In via di principio potrebbero esistere fenomeni non riducibili ad essere
> sotto coperta. Ad esempio, in via di principio, potrebbero esistere fenomeni
> regolati da un qualche etere non trascinabile dal riferimento (diversamente
> dai fenomeni sonori i quali sono regolati da un etere, l'aria, che e'
> trascinabile dai riferimenti) all'interno del quale eseguiamo il nostro
> esperimento.
In linea di principio si, ma in pratica?
> Io non sto ipotizzando l'esistenza di un tale etere. Sto dicendo che un
> principio della fisica, per essere di "ampio respiro", non deve vietare
> l'esistenza di fenomeni in via di principio possibili al semplice scopo di
> ottenere una teoria "semplice" (cioe' invariante per trasformazioni di
> Lorentz).
Io temo che se Einstein si fosse peritato di lasciare tutti questi
spiragli per fenomeni mai visti fino al suo tempo ed ancora oggi, non
si sarebbe nemmeno schiodato dalla relativit� ristretta, eccedendo per
prudenza, nel richiedere la semplicit� del principio di equivalenza
galileiano. Invece � riuscito ad estendere la relativit� ristretta in
modo quantitativo estendendo la portata del principio galileiano al
caso di riferimenti non inerziali. Quello che intendo � che
un'estensione si ottiene per sintesi ed universalizzazione a seguito di
analisi e parzializzazione, in quello che dici ho colto lo sforzo
analitico, ma mi sembra che manchi del tutto lo sforzo di sintesi.
Ovvero tachioni, bradioni e luxoni, a quali principi universali
obbediscono, posto che non obbediscono al principio di relativit�
ristretta nel settore tachionico?
[...]
> Spero sia chiaro per quale motivo io ritengo restrittivo postulare che
> l'invarianza di Lorentz valga per ogni fenomeno esistente in natura.
D'accordo, lungi dal concederlo, ammettiamolo, ma in cambio?
[...]
> Certamente resterebbe tutto da scrivere il capitolo sui fenomeni che violano
> l'invarianza di Lorentz. Sono fenomeni che *non* violano la relativita'
> ristretta perche' *non* ne violano i postulati.
Eppure io penso che sarebbe necessario integrarli questi postulati e
magari proprio abbandonarli nella loro forma forte proponendo dei
principi pi� generali che li evidenzino come limite debole.
> E sono fenomeni che vengono
> peraltro descritti facendo uso della RR per quanto riguarda le competenze
> della RR.
> Ad esempio si usa la legge di composizione della velocita' per
> determinare la velocita' betat' alla quale si osserva in S' un tachione che
> in S ha velocita' betat.
D'accordo, ma la dinamica?
> La fisica di questi fenomeni e' certamente da scrivere, e io non vedo come
> si possa scrivere senza avere indicazioni sperimentali. Insomma, prima cosa
> questi fenomeni andrebbero osservati, poi la natura, nel farci osservare
> tali fenomeni (sempre posto che esistano), ce ne mostrera' anche alcune
> caratteristiche sulle basi delle quali si potra' pensare di costruire una
> fisica di quei fenomeni.
...ma allora mi sembra legittimo chiedere di cosa stiamo parlando?
Received on Fri Mar 02 2012 - 23:44:39 CET
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