Re: Moto retrogrado

From: Mino Saccone <mino.saccone_at_fastwebnet.it>
Date: Sat, 20 May 2006 12:13:22 +0200

"Paolo87" <ppaolo_at_gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:e4h9bb$k8m$1_at_news.newsland.it...
> Perche' in una macchina (inteso come meccanismo in generale) si puo' avere
> moto retrograto, solo se il rendimento nel moto diretto e' grosso modo
> superiore a 0,5?

Una prima considerazione:
Un sistema meccanico che ha un'organo a cui posso applicare una potenza e
un'altro da cui posso estrarne almeno una parte, non "sa" se il primo detto
e' "primario" e il secondo detto e' "secondario" non ha quindi "nozione" di
"moto diretto" e di "moto retrogrado".

Prendiamo una scatola nera da cui escono due alberi. Ne dipingiamo a caso
uno di rosso, l'altro di verde. Applichiamo una certa potenza all'albero
rosso e misuriamo quella che esce dall'albero verde. supponiamo che sia
p.es. meta' di quella fornita.

Se ora rovesciamo le cose applicando potenza all'albero verde, dall'albero
rosso puo' uscire: piu' di meta', meno di meta' o puo' addirittura succedere
che io non riesca neppure a muovere l'albero verde.

Se p.es il meccanismo interno fosse una vite senza fine (assai arrugginita)
con la vite sull'albero rosso e la corona su quello verde, e' probabile che
siamo nel terzo caso (tutto bloccato) se tentiamo di muovere dal lato verde.
Ho detto "probabile" perche' il rendimento "retrogrado" dipende dall'angolo
della vite e della corona.
Se, al contrario, la vite fosse molto ben lubrificata, ma posta sull'albero
verde e la corona su quello rosso, e ancora, muovendo il rosso avessimo 0,5
di rendimento, e' chiaro che, scambiando gli assi, il rendimento si
avvicinerebbe invece sensibilmente all'unita'.

Spero che tutto questo discorso non sia stato troppo nebuloso. Voleva solo
fornire un esempio per esprimere quanto segue:

Moto diretto o moto retrogrado sono "comodita' umane" che nulla hanno a che
vedere col meccanismo in esame. Chiamiamo diretto cio' che riguarda il
"principale utilizzo" (il motore che spinge l'automobile), chiamiamo
"retrogrado" il modo di funzionare minoritario o addirittura eccezionale (il
motore usato come freno in decelerazione o in discesa), ma il meccanismo in
se' (cambio+differenziale) e' indifferente a questa classificazione.

Ne consegue che la regola che tu hai citato non ha senso nella quasi
totalita' dei casi.

E' facile peraltro dimostrare che una coppia di ingranaggi riducente
(maggior coppia, minor velocita') peggiora il suo rendimento se usata
all'opposto. E, di solito, i meccanismi "a ridurre" (vite senza fine in
testa) hanno un rendimento migliore dei loro opposti. Da qui la regoletta
che contiene questo strano 0.5 del tutto arbitrario.

Ma, come spero si sia capito, non e' vera in generale.

Saluti

Mino Saccone

P.S. il sistema cambio-differenziale e' un sistema riducente quindi ha un
buon rendimento in "diretto" e un rendimento peggiore in "retrogrado", ma
quest'ultimo importa poco tanto stiamo frenando, al massimo bisogna stare
attenti che gli organi non si surriscaldino. Gli ingranaggi dell'auto sono
quindi ottimizzati piu' per ridurne la rumorosita' che per ottenere alti
rendimenti, essendo quest'ultimi gia' alti di natura.

Il sistema di trasmissione di un'orologio meccanico a molla e' al contrario
amplificante. Gli ingranaggi devono quindi essere estremamente precisi
affinche' una buona parte (rendimento di tutta la catena) dell'energia della
molla raggiunga (il piu' costantemente possibile) lo scappamento. Da qui il
costo elevato degli orologi meccanici. Certo il rendimento "retrogrado"
(spingendo dallo scappamento) sarebbe ancora piu' alto, ma purtroppo il moto
"retrogrado" e' del tutto inutile al funzionamento dell'orologio.
Received on Sat May 20 2006 - 12:13:22 CEST

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