rnesto ha scritto:
> Se i campi gravitazionali rallentano la luce, in base a quale calcoli
> sono stimnate le distanze delle galassie ai limiti dell'universo
> osservabile?
La domanda merita risposta perche' e' un caso raro in cui si chiede
*come* si arriva a un dato, senza prenderlo per buono e costruirci
sopra elucubrazioni varie...
Pero' il sottinteso della domanda non regge: nessuno certo puo'
cronometrare il tempo che impiega la luce ad arrivare da una galassia
(e neppure da una stella, se e' per questo).
Inoltre non e' vero che "i campi gravitazionali rallentano la luce":
se si misurasse la sua velocita' anche nei pressi di un buco nero, si
troverebbe il solito valore.
Quello che puo' giovcare in certi casi e' un effetto legato al
disaccordo degli orologi (e bada che non ho detto "rallentamento"...).
In effetti da un po'piu' di 30 anni si sono inviati segnali radar
verso i pianeti piu' vicini, e si e' misurato il temo di andata e
ritorno.
Qui un ritardo (piccolissimo) si vede, ma comnque non ha a che fare
con la domanda.
In realta' la distanza degli oggetti lontani si stima su basi del
tutto diverse.
Supponiamo di stare in cima a un colle, e di vedere a distanza una
casa con la luce accesa in una stanza.
Supponiamo anche di sapere che la lampada e' (poniamo) di 60 W.
Allora la misura dell'intensita' della luce che arriva a noi permette
di calcolare la distanza.
Nel caso delle galassie la difficolta' e' che non c'e' nessuno a dirci
che potenza ha la lampada...
Bisogna quindi ricorrere a metodi indiretti.
Per es. se si osserva una supernova, si sa che la sua curva di luce
(il modo come l'intensita' cresce e poi cala) e' legato alla
luminosita' dell'oggetto.
La curva di luce e' facilmente determinabile, e quindi fornisce una
stima della luminosita' assoluta: a questo punto e' fatta.
Naturalmente questa e' una robusta semplificazione, che trascura una
quantita' di passi intermedi e di possibili problemi...
Ma l'idea base e' quella.
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Elio Fabri
Received on Tue May 09 2006 - 20:33:30 CEST