Re: Epistemologia e fisica

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Thu, 20 Apr 2006 21:38:12 +0200

Bhisma ha scritto:
> Mi viene da porre una domanda: Hawking (sempre lui :-) ) in una
> delle sue conferenze tratta con decisa condiscendenza l'epistemologia
> "filosofica" (o meglio, i filosofi che fanno epistemologia) osservando
> tra l'altro che � ancora ferma a discutere delle implicazioni
> epistemologiche di Einstein ed Heisenberg mentre la fisica � andata di
> gran lunga oltre, e che per quei filosofi pareva sufficiente decidere
> a quale tipo di "ismo" appartenesse Hawking stesso per poter valutare
> le sue teorie...
>
> Per quanto a me, persona di formazione prevalentemente umanistica
> (anche se con una certa familiarit� con il metodo scientifico in
> alcuni campi biomedici) la cosa potesse spiacere, il discorso mi era
> parso convincente. E il modo nitido ed elegante con cui affronti qui
> un problema del genere mi pare ulteriore conferma del fatto che lo
> scienziato fisico in definitiva, di quel tipo di epistemologia non se
> ne faccia granch�, ormai...
>
> Ma mi piacerebbe appunto conoscere il punto di vista dei fisici
> presenti sulla questione, se ne hanno tempo e voglia.
Tempo non tanto, voglia senz'altro, ma il discorso e' parecchio
complesso...
Cerco di essere telegrafico.

La sensibilita' dei fisici per le questioni epistemologiche e' stata
sempre variabile da persona a persona e anche nel tempo.
Per rifarsi ai tempi della nascita della m.q., mentre Bohr o
Heisenberg erano fortemente interessati al problema, altri come Dirac,
Fermi, Pauli lo erano assai meno o forse per nulla.
In Italia negli anni '30 Persico cerco' contatti con l'ambiente
filosofico, mentre Fermi era decisamente restio.
(A posteriori, visto quell'ambiente, aveva ragione Fermi...)
Molti fisici italiani hanno ereditato da Fermi il modo di dire "questa
e' filosofia" in senso spregiativo, al di la' del giusto.
Anche fuori d'Italia l'atteggiamento di molti fisici e' quello che
descrivi per Hawking. Istruttivo leggere anche il citatissimo Feynman.

Pero' le cose sono piu' complesse:
a) Perche' c'e' sempre stata una piccola frazione di fisici attenti
alle questioni epistemologiche.
b) Perche' specialmente in m.q. e' sempre sopravvissuta una certa
insoddisfazione, con diverse coloriture; non certo per la validita'
della teoria, ma per l'interpretazione da darne.
Fin troppo facile ricordare Einstein, e in tempi meno lontani Bohm e
altri.
(BTW, Valter certamente non ignora questi problemi e le relative
discussioni, anche se nel suo intervento ha dato un po' l'impressione
di prenderli sotto gamba, almeno piu' di quanto sarei disposto a fare
io.)
c) Perche' sviluppi relativametne recenti, anche sperimentali, hanno
ravvivato l'interesse sull'argomento, anche se hanno confermato la
validita' della m.q.
Pero' a mio parere il "problema della misura" rimane non risolto.

Quello che dice Hawking, che "la fisica � andata di gran lunga oltre",
e' verissimo, ma aggiungerei due postille:
1) I filosofi sono rimasti indietro (a mio parere in realta' non hanno
mai capito neppure la m.q...) e ormai sono irrimediabilmente tagliati
fuori da questi temi.
2) Una discussione epistemologica sulla fisica degli ultimi 50 0 70
anni e' *tutta da fare*. Non si puo' certo credere che contino solo i
risultati, anche perche' pure su quelli si potrebbe discutere...

> N.B. Intenderei anche forwardare le vostre eventuali risposte in
> it.cultura.filosofia, quindi se qualcuno non gradisce questo fwd gli
> chiederei di specificarlo.
Va bene, pero' uno di formazione umanistica non dovrebbe scrivere
"forwardare" al posto di "inoltrare" :-))
                        

-- 
Elio Fabri
Received on Thu Apr 20 2006 - 21:38:12 CEST

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