Ciao. Stavo rivedendo i miei vecchi studi.
Una delle cose che mi ha sempre piu' turbato in ambito di studio � il primo
principio in forma differenziale (dU=�Q+�W).
Quei due differenziali non esatti �Q e �W, mi hanno sempre lasciato
perplesso e non mi sono mai piaciuti soprattutto perch� ci si soffermava
poco sul loro significato sia fisico che matematico. Io prendevo per vero
( la termodinamica � postulatoria...) che se volevo un delta U, potevo
prendere la differenza tra due stati 1 e 2 e fare U1-U2 oppure integrare
TdS+pdV, mentre per il lavoro e il calore dovevo integrare sulla linea.
Dipendendo U da S e da V, ovviametne il differenzile � esatto perch� la
definizione di differenzile esatto, esce dU= *U/*S dS + *U/*V dV (* �
derivata parziale).
Ma perch� ad esempio il lavoro essendo una funzione non puo' essere scritto
come differenziale esatto ? Cio� creare una termodinamica nella quale anche
il lavoro e calore siano funzioni di stato ? il lavoro e il calore sono pur
sempre funzioni e matematicametne puo' esseren scritto un differenziale
esatto.
Guardando qui (in fondo a pagina 3) sembra di si :
http://www.brera.unimi.it/old/Atti-Como-97/Merletti.pdf
c'e' il differenziale esatto del calore (mai visto in vitia mia) in un
sistema termodinamico ed � dQ = (*Q/*V) p dV + (*Q/*p) V dp
A questo punto qualcuno mi puo' spiegare perch� si � scelta la strada del
primo principio dal punto di vista dei differenziale non esatti ? per
motivi purametne pratici o c'e' altro ?
grazie ciao.
Received on Thu Feb 16 2006 - 23:31:11 CET