ermachoditalia, 11 Feb 2006 11:28:20 -0800, ha scritto in
it.scienza.fisica su "Re: Unificazione di relativita' e teoria
quantistica":
> Non solo. Infatti stiam parlando di teorie fisiche. Dimentichi (e a mio
> avviso � essenziale) che i tentativi di "falsificazione" possono
> venire dall'esperienza. Mi riferisco a esperimenti costruiti ad hoc per
> mettere alla prova la solidit� della struttura teorica.
Non lo dimentico affatto. Una teoria ultima pu� benissimo (o forse
addirittura deve) citare degli esperimenti di verifica.
Poniamo che vadano a buon fine. E allora? A questo punto � davvero
sedicente ultima? No! Perch� in assenza di palla di cristallo, non pu�
sapere cosa si scoprir� in futuro.
> Naturalmente
> questo deve venire dopo che si � accertata la coerenza matematica
> interna del corpus teorico.
Naturalmente.
>
> > ma in scienza,
> > o meglio in epistemologia, le cose non funzionano cos�.
> >
> > Una teoria � scientifica se e solo se il suo incipit �: "le osservazioni
> > e le misure *ad oggi* ci permettono di ipotizzare che..."
>
> Non "ipotizzare". Una teoria � scientifica (e provata) se "prevede con
> certezza matematica". Se il confronto con l'esperienza fornisce
> risultati discordanti tutto crolla.
A parte che la certezza matematica non esiste ove vi sia una misura, e
infatti si mette la sempre la frase magica "entro gli errori
strumentali", anche la totale conferma sperimentale (nel limite di cui
sopra) di una teoria non leva in senso lato lo status di ipotesi.
Un esempio: la relativit� � straconfermata dalle misurazioni. Non ne
conosciamo una sola in disaccordo, eppure non credo si possa altro che
dire che la relativit� si basa sull'ipotesi che le masse deformino lo
spaziotempo (mi scuso per la semplificazione). Ma possiamo dire con
rigore matematico che � cos�? No, perch� non sappiamo quello che non
sappiamo.
Domani troviamo un particella in un acceleratore che non varia la massa
come atteso e opl�!, la relativit� � tutta da rifare, alla Bartali...
Quindi anche la relativit� �
un'ipotesi-molto-ben-suffragata-dalle-osservazioni, e questa potrebbe
essere in fisica una definizione del termine "teoria".
In matematica la certezza � invece possibile perch� la matematica
richiede solo la coerenza interna. Nessuno misura "l� fuori" una
matrice, uno spazio, un tensore o qualunque altro astruso oggetto
matematico. Lo si fa "vivere" alla semplice (si fa per dire) condizione
che la sua esistenza non contraddica nulla di quanto gi� stabilito.
Si accettano mattoni se e solo se non fanno crollare l'edificio e se e
solo se si infilano perfettamente in uno degli innumerevoli buchi.
> Una teoria fisica "ultima" � semplicemente una teoria scientifica (e
> ripeto scientifica) che nell'ambito della fisica descriva con efficacia
> la natura a tutte le scale d'energia, fornendo un quadro generale e
> unitario di tutte le interazioni fondamentali e di tutte le particelle
> unitarie.
La fregatura di questo discorso � contenuta nei vari "tutte". Un assunto
del genere � gi� fuori dalla scienza.
Sto usando per contestare questo discorso un procedimento vagamente
analogo alla diagonalizzazione di Cantor. Ogni volta che tu dirai
"tutte", scommetti che trover� un valore o una condizione non testato e
forse e non-testabile?
> A mio avviso quindi il termine "teoria ultima" in questo contesto �
> fuorviante, non credi?
S�, � per questo che lo discuto.
> Dipende da che peso si vuole dare all'aggettivo "ultima". Io intendevo
> in senso lato (come ho descritto sopra), tu in senso stretto. Se in
> senso stretto, allora sono d'accordo con te: una teoria di questo tipo
> sarebbe teologia, come hai detto tu.
Ok.
> > A differenza di un teorema matematico, non si dimostra mai la validit�
> > di una teoria scientifica, ma solo la sua non-contraddizione con i dati,
> > cio� con le misure e con le osservazioni, noti.
>
> Non basta. Non � sufficiente. Vedi sopra.
Ok, anche se di solito prima vengono i dati "strani" e poi le teorie, �
indiscutibile che esse debbano poi contenere delle proposte di verifica.
> Tu sai che alla fine
> dell'ottocento due grandi teorie convivevano tranquillamente perch�
> descrivevano la realt� a scale d'energie diverse e che quindi non
> erano in contraddizione l'una con l'altra. Ma non erano teorie ultime
> perch� non avevano il carattere di unitariet� (esistevano
> contemporaneamente).
Ok, comincio a capire il tuo punto di vista.
Ma allora stiamo facendo un po' di confusione tra teoria "ultima", che
contesto, e teoria "del tutto" (o "unitaria") che, almeno dal punto di
vista filosofico, accetto. (Da quello della fattibilit� non ho le
conoscenze per esprimermi. Anche a me interessa molto l'eventuale
risposta di Elio Fabri in merito.)
Una teoria del tutto che spieghi tutto ci� che si conosce a tutte le
scale note, e che proponga una serie di esperimenti confermativi, �
teoricamente possibile nell'ambito della scienza (la religione � da mo'
che c'� arrivata.. ;-) ).
Purch� non termini con le parole "... e se detti esperimenti mi
confermeranno, cari fisici cambiate mestiere.".
"Del tutto (ci� che � noto)" s�, "ultima" giammai!
Ciao!
--
Roberto Rosoni
Received on Mon Feb 13 2006 - 11:15:32 CET