marcofuics ha scritto:
> 2 sono le strade : o ne vedi il senso logico (diciamo cosi' ne
> interpreti l'essenza) e riesci a ricondurti al perche' succede (e nel
> tuo caso riesci a vedere in modo logico xche' NON SUCCEDE) oppure ti
> attieni al significato matematico e ne trai le corrette risposte.
Secondo me le strade non sono due, ma soltanto una: la seconda.
La prima e' sommamente pericolosa, e di fatto diventa utilizzabile
solo quando si e' completamente padroni della seconda, per cui ne
diventa di fatto una scorciatoia.
Espressioni come "senso logico" o "essenza" in questo contesto per me
sono del tutto prive di senso...
> ...
> Studiare la matematica che sottende la meccanica quantistica e'
> importante perche' (a mio avviso) tale teoria non ha ancora una chiara
> interpretazione concettuale, e' l'embrione di teorie e modelli sempre
> piu' evoluti.
Non so che cosa voglia dire "non ha una chiara interpretazione
concettuale". In realta' non so che cosa sia una "interpretazione
concettuale" :)
Forse vuoi qui adombrare le ben note discussioni sulla teoria della
misura e le diverse posizioni sull'interpretazione della m.q.?
Ma i casi sono due: o ti attieni all'interpretazine "ortodossa", che
alla fin fine e' quella utilizzata nella totalita'(credo) dei testi
usati da chi insegna m.q., oppure devi convenire che appena abbandoni
il formalismo matematico ti trovi a "vagare in un oscuro laberinto"...
Giusto per chiarire: non mi reputo un sostenitore del'interpretazione
ortodossa, ma qui stiamo parlando di approccio elementare alla m.q. e
secondo me a questo livello non c'e' via d'uscita.
Solo quando uno sia davvero padrone della m.q. e della sua interpr.
ortodossa, ha senso che si cimenti con i problemi di cui sopra.
Prima, fara' solo un immenso casino...
> ...
> Se invece cerchi di raffigurare la cosa in modo diverso puoi
> interpretare la misura come il risultato che si ottiene avendo
> applicato ad un sistema un certo operatore, quindi una coppia di
> misure puo' dare, o meno, la stessa coppia di risultati qualora venga
> invertito l'ordine temporale di esecuzione.
> E' diverso (per la meccanica quantistica) misurare prima l'impulso e
> poi la posizione dal misurare prima la posizione e poi l'impulso.
Ecco un esempio dei pericoli che si corrono...
L'ordine in cui esegui le misure non ha niente a che vedere con l'ordine
del prodotto degli operatori.
Eseguire una misura *non signiica* applicare l'operatore al vettore di
stato.
Quindi non c'e' nessuna ragione "logica" per cui se due osservabili
non commutano (come operatori) allora l'ordine in cui esegui le misure
cambia il risultato.
Naturalmente una ragione (riposta) c'e'...
Devi far uso di uno dei postulati interpretativi: quello che ti dice
che la misura di un'osservabile trasforma il vettore di stato nella
sua proiezione ortogonale su uno degli autospazi dell'osservabile.
Da qui si capisce che se prima misuri A e poi B, lo stato finale sara'
autostato di B; mentre se prima misuri B e poi A, sara' autostato di A.
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Elio Fabri
Received on Mon Feb 13 2006 - 20:00:24 CET