Re: Il tempo quantistico.

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Sat, 4 Feb 2006 21:27:32 +0100

"Valter Moretti" <vmoretti2_at_hotmail.com> wrote in message
news:1139063835.205231.174100_at_g43g2000cwa.googlegroups.com...

> Mi pare che non abbia senso parlare di "tutte le volte che" dal tuo
> punto di vista, se ti riferisci sempre "allo stesso fenomeno", non alla
> stessa *classe di fenomeni*: ogni singolo fenomeno � unico ed
> irripetibile.
> Ma allora la fisica non avrebbe senso perch� invece ha bisogno di
> riproducibilit�: la fisica non si occupa di singoli fenomeni, ma di
> classi
> di fenomeni dello stesso tipo. Solo in questo contesto ha senso "tutte
> le volte che".

Beh si', a rigore non ha senso dire "tutte le volte che", in quanto, come
dici anche tu, ogni fenomeno e' unico e irripetibile. Parliamo di classi di
fenomeni, nel senso che noi in realta' le prove le facciamo su alcuni
fenomeni (che siccome soddisfano a certe caratteristiche diciamo che fanno
parte della classe in questione), assumiamo che per tutti i fenomeni della
classe le cose siano regolate dalle leggi che andiamo ad individuare, poi,
individuate le leggi, diciamo che operando in una data maniera (causa)
otterremo certi effetti.

Il punto in questione, mi pare, e' come fare per individuare le cause.

> L'esempio che mi chiedi nell'ottica che ho precisato,
> l'ho dato in un vecchio post: posso scaldare fino ad una temperatura T
> un blocco di ferro (effetto B), per effetto Joule (causa A1) oppure
> per sfregamento (causa A2).

Ok, ma questa a me non pare una ripetizione dell'evento nel senso che vado
ad esporre.
Credo che Elio-Bacone, nel dire "togliendo A non si ha B", intenda qualcosa
del genere (io almeno intendo questo):
ripeto *esattamente* l'esperimento cambiando *un solo* evento e vedo cosa
succede (ne posso cambiare anche piu' di uno ma allora dovro' poi fare i
controlli incrociati).
Ad esempio, eseguo le seguenti operazioni:
1) metto un termometro a contatto con un pezzo di ferro;
2) aspetto un intervallo di tempo "sufficiente" poi leggo il valore T
segnato dal termometro;
3) metto il pezzo di ferro in serie ad un filo percorso da corrente I;
4) aspetto per un intervallo di tempo Dt;
5) osservo il termometro e vedo che lo stesso segna T';

Vorrei dire che la causa dell'aumento di temperatura da T a T' sia il filo
percorso da corrente, allora ripeto le operazioni cambiando la 3) in
3') *non* metto il pezzo di ferro in serie ad alcun filo percorso da
corrente.

Se la 5) cambia in
5') osservo il termometro e vedo che lo stesso segna ancora T;
allora dico che la causa dell'aumento da T a T' e' il filo percorso da
corrente.

Magari il filo non sara' l'unica causa (nel senso che potrebbero essercene
altre concorrenti, ad esempio quell'aumento e' stato anche "causato" dal
fatto che il ferro era stato ben isolato termicamente), pero', mi pare, e'
proprio il fatto che cambiando la 3) in 3') si osserva un cambiamento della
5) in 5'), ad autorizzarci a dire che il filo percorso da la corrente e' la
causa (o una fra le cause) dell'aumento della temperatura.

Poi certo, la 5) si potrebbe ottenere anche cambiando la 3) in
3'') strofino il pezzo di ferro per un intervallo di tempo Dt'';
ma questo significa che lo stesso effetto potrebbe anche essere ottenuto da
cause diverse. Cio' non toglie che, nella descrizione che diamo del mondo,
immaginiamo che ciascun effetto abbia la propria causa, cioe' il ferro ha
aumentato la propria temperatura o per effetto Joule o per strofinio. Il che
significa anche che dalla semplice osservazione di un effetto non possiamo
inferire nulla di sicuro sulla sua causa, possiamo soltanto, ripetendo
*esattamente* l'esperimento, cambiando di volta in volta una sola cosa,
farci delle idee sulle possibili cause.
Naturalmente l' "esattamente" e' per modo di dire; sara' sempre una
ripetizione "il piu' possimile simile". D'altro canto a noi interessa
solamente il "farci delle idee" sulle cause, per sfruttarle "avendo delle
idee" sugli effetti.
Cioe' ci interessa dire qualcosa tipo: "Se lancio questa palla dal quarto
piano, in un istante compreso fra T e T+dT, dovrebbe cadere a terra". E ci
comportiamo immaginando che la palla cadra' veramente in quell'intervallo di
tempo.

> Ciao, Valter

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Sat Feb 04 2006 - 21:27:32 CET

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