Roberto Rosoni ha scritto:
> Probabile, ma anche se � verissimo che la forza dell'intelligenza
> naturale � pi� nell'architettura dei cervelli che non nella loro
> potenza di calcolo, non sottovaluterei la forza della potenza bruta.
Non mi e' chiaro che cosa chiami "architettura" e che cosa "potenza di
calcolo".
Cerco quindi di essere piu' preciso.
Di solito si considera solo il numero di elementi di base (neuroni da
una parte, bit di memoria dall'altra).
Questo gia' non e' corretto perche' un neurone e' ben piu' complicato.
Comunque al cervello si attribuiscono oggi circa 10^11 neuroni
(chissa' perche' fino a non molto tempo fa erano 10^10...) mentre un
tipico PC non arriva a 10^7 bit di RAM. Con la memoria di massa si
sale parecchio, ma nasce il problema del tempo di accesso...
Non so Deep Blue quanta RAM avesse, ma sara' stata forse 100 volte
maggiore: sempre ben sotto al cervello.
Viceversa, a vantaggio del PC c'e' la velocita': oltre il GHz come
clock, non sole frequenza di bus odierne, ma saranno almeno 100 MHz.
Invece i tempi tipici dei neuroni stanno al ms o piu'.
Ma questo e' solo un pezzo della storia, perche' il cervello ha
qualche ordine di grandezza di vantaggio nella ricchezza di
connessioni: un neurone genera forse 1000 sinapsi, mentre ogni bit di
RAM si connette solo a pochi punti.
E' questo che intendevi per architettura?
E' ovvio che questa differenza e' qalitativa, nel senso che una
macchina che avesse questa struttura dovrebbe avere anche un software
totalmente diverso da quelli cui siamo abituati, e che forse non e'
ancora stato pensato.
E' un mio pallino che l'esistenza di certe possibilita' reali
(naturali o tecniche che siano) influenza potentemente il modo di
pensare agli oggetti. Gia' oggi il modo di pensare alla
programmazione di un computer e' lontanissimo da quello in uso 50 anni
fa; e sto parlando di qualcosa che ho visto nascere e crescere, anche
se ora purtroppo e' cresciuta tanto che non la controllo piu' :-(
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Elio Fabri
Received on Fri Jan 27 2006 - 21:28:16 CET