Re: Calore e colore

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Wed, 18 Jan 2006 16:37:10 GMT

                    Il 13 Gen 2006, 21:12, Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> ha scritto:
> Tetis ha scritto:
> > ...
> > ma e' stato Ipparco ad inventarla?
> > Non ne so moltissimo, ma so che e' comune il fenomeno dell'eclissi dei
> > testi che non fossero scritti in greco o latino.
> > Cioe', se un sumero avesse scritto qualcosa difficilmente sarebbe
> > pervenuto, quindi tradotto, quindi attribuito, ma e' del tutto
> > plausibile che vari criteri di classificazione astronomica abbiano
> > origine nella mezzaluna.
> In linea generale potresti avere ragione, e io non sono in grado di
> risolvere il dubbio.
> Ti rimanderei a un classico come Neugebauer: "Storia dell'astronomia
> antica", se ricordo bene il titolo.

Grazie per il bel suggerimento.
On line, si trova qualche brano, a volte quel libro e' citato, qui c'e'
un breve riassunto dell'effettivo stato delle conoscenze astronomiche
in medio oriente, pur se detto cosi' e' vago dato che la storia in quei
luoghi
si e' articolata su millenni, e non tutti i periodi sono ugualmente
conosciuti,
comunque il periodo neo-assiro e babilonese era il piu' avanzato
astronomicamente parlando:
http://www.ast.cam.ac.uk/~ipswich/History/Astronomy_AMT.htm

> Ho pero' delle ragioni per propendere per Ipparco rispetto a un anonimo
> sumero...
> Il concetto di magnitudine, e la stessa idea di una classificazione
> delle stelle visibili, mi sembra presupporre una scienza piu' matura
> di quella che poteva esistere in tempi molto precedenti.

Ma il calcolo delle effemeridi secondo te non e' _classificatorio?

> Presume anche un atteggiamento "classificatorio", e infatti Ipparco
> redasse (credo) il primo catalogo stellare, con misure delle posizioni,
> il che richiedeva anche degli strumenti alquanto raffinati.

Su questo posso parzialmente smentirti. I primi cataloghi stellari
sono effettivamente Caldei, e' certo pero' che per
loro, o almeno per la gran parte di coloro di cui si conoscono
gli scritti, le stelle ed i pianeti impersonavano figure
mitologiche. Non c'e' riscontro di dati associati con questi
cataloghi, ne' di confronto fra dati di epoche diverse, ma
la conoscenza di cio' e' frammentaria. Per contro infatti
si ha certezza di una crescita molto rapida nel corso del
quinto secolo avanti cristo dei paradgmi astronomici babilonesi,
e si ha la prova documentale di un'attivita' di registrazione delle
posizioni relative di sole e luna, ma probabilmente sullo sfondo
delle stelle fisse. Non c'e' infatti alcun indizio che lasci pensare
ad una scoperta pre-ellenica della precessione. Impugnando
l'uso mitologico degli astri si puo' forse questionare il grado di maturita'
scientifica, ma non altrettanto lo stato obiettivo delle conoscenze.
E d'altra parte se noi usassimo le conoscenze pervenute sull'astronomia
greca di periodo aristotelico per giudicare dell'intera astronomia greca
commetteremmo un errore di prospettiva che cancellerebbe la fase
ellenistica.

L'idea che la prima scienza
della storia sia quella ellenistica e' sostenuta con molta
enfasi di Lucio Russo, ma sulla base di un'argomentazione
complessa: per Russo la fase scientifica si ha quando un
sistema di conoscenze teoriche viene utilizzato per ideare
nuovi strumenti, e quando l'uso di standard strumentali
prodotti sulla base di un sistema teorico,
diventa criterio di discernimento nelle osservazioni. In tal
senso scienza e tecnologia sarebbero inscindibilmente
legate. Sulla base di questa definizione lui sostiene
che non e' nota alcuna fase scientifica nella Storia pre-ellenica.
Non sono in grado di smentirlo,
ma non e' importante fissare primati. Solo che mi sembra
drastico negare al "canone saronico" che i babilonesi usavano
per predire le eclissi una rilevanza scientifica. Ne' si puo' negare
che il sestante o gli strumenti babilonesi costituissero un canone
strumentale, ma Russo potrebbe obiettare che quegli strumenti
non sono necessariamente ideati sulla base di una teoria. A riprova
di cio' porterebbe la mancanza di una geometria babilonese.
Anche l'uso di lenti, non dimostrato del resto, da parte dei babilonesi
non costituirebbe prova di una scienza babilonese. Infatti in mancanza
della nozione di teoria ottica alla base della progettazione, non si
potrebbe
escludere un'origine empirica di questi strumenti.

> E' anche per questo (credo) che pote' arrivare a scoprire la
> precessione.

Credo, ma non sono sicuro, che sia stata ipotizzata
l'esistenza di cataloghi parziali, andati smarriti, nella
biblioteca di Alessandria. Ipparco avrebbe avuto accesso
anche a fonti piu' antiche per fare la sua scoperta.
Questo riferimento e' certo per quanto riguarda le sue
osservazioni luni-solari. Nell'arco di una vita non avrebbe
potuto misurare lo spostamento. In fondo a questa pagina
trovi illustrata esattamente questa ricostruzione della
scoperta di Ipparco:

http://it.wikipedia.org/wiki/Precessione

secondo questa "fonte" Ipparco avrebbe usato un'edizione
piu' completa, rispetto a quelle esposte al british museum
dei cataloghi caldei.

d'altra parte questo non lo possiamo sapere con certezza perche'
dei quattordici libri di Ipparco nessuno, ai giorni nostri, e' stato
ritrovato e reso di pubblico dominio.

> Ma non metterei la mano sul fuoco per quello che ho detto ;-)
>
>
> --
> Elio Fabri
>
          

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Received on Wed Jan 18 2006 - 17:37:10 CET

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