Re: Calore e colore

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Fri, 06 Jan 2006 21:01:35 GMT

                    Il 05 Gen 2006, 21:23, Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> ha scritto:
> Tetis ha scritto:
> > Qui c'� la prima perplessit�: questa classificazione ricorda quella
> > che in fotometria prende il nome di modello tristimolo, come sai,
> > esiste un modello additivo del colore. Oggi sappiamo che la sua base
> > fisiologica sta nell'esistenza dei tre tipi di coni.


> Prima di tutto scusa il ritardo, ma come ho gia' detto altre volte
> rispondere ai tuoi post non e' mai semplice, per cui finiscono per
> perdere priorita'...

Ma cchi sse ne frega del ritardo :-)
No, a parte gli scherzi ho appena
finito di leggere una nota fenomenologica sulla
risposta dei tessuti organici alla luce visibile,
risulta che in largo range di esperienze, per
tempi brevi la luminescenza ha decadimento
iperbolico. Non � affascinante?
 
> Non credo che ci sia nessuna relazione col modello tristimolo.
> La scelta di un sistema a tre colori penso sia nata solo da un
> ragionevole compromesso tra semplicita' e possibilita' di distinguere
> adeguatamente i diversi tipi di stelle.

Ok, ma si ispira certamente al metodo visuale che lo ha
preceduto, rispetto a cui cerca di mantenere una linea
di continuit� senza rinunciare ai vantaggi della maggiore
ricchezza di strumenti. Del resto la colorimetria continua
ad avere il problema di non disporre un sistema che integri
in un modo unitario le varie scale di colore e di luminosit�.
E' uscito un articolo di Oleari, molto recentemente, su questo
difficile tema. Nel libro che consigliavi l'articolo della Fiorentini
riguarda proprio il tema della diversa curva di risposta in regime
scotoscopico ed in regime di maggiore luminosit�. Io dopo aver
letto tutto il libro continuo in effetti ad avere la solit� perplessit� che
avevo all'inizio: come faccio a confrontare due colori a luminosit�
diverse e stabilire che sono metameri?

> Come dici piu' oltre, e come del resto avevo detto anch'io, e' ovvio
> che l'ideale e' di dare la distibuzione spettrale completa della
> sorgente. Ma avere troppi dati a volte e' peggio di averne pochi;
> inoltre la fotometria astronomica e' nata ben prima dell'era dei
> calcolatori...

Credo che la scala di sei magnitudini sia di epoca pre-classica.

 ...


> > Questa � solo una parte della teoria necessaria alla comprensione
> > della fenomenologia, ma � sufficiente?
> Pero' guarda che i moderni rivelatori (CCD) sono lineari su una gamma
> assai estesa.

A tal proposito ti confesso che mi piacerebbe saperne di pi�:
il mio libro di riferimento per la micro elettronica raccontava
dell'esistenza delle CCD come supporti di memoria e come
memorie ideali in tubi catodici. Siamo nel campo dell'elettronica
digitale, dove quello che conta sono le soglie "discrete".
Tuttavia non ho idea di quali siano le sensibilit� di questi
strumenti, oggi, rispetto a basse illuminazioni e che densit� di
pixel raggiungano, quanto � il tempo di refresh n� , quale sia
l'efficienza e la scala di fluttuazioni che riescono a risolvere.
On line c'� una tale quantit� di materiali diversi da rimanere
spaventati al solo pensiero di ricavarne una panoramica in tempi
ragionevoli. Non ho idea se questi sistemi di acquisizione
supereranno a breve o l'hanno gi� fatto, i fotomoltiplicatori,
o i sistemi con fotodiodi in cascata. Insomma vagamente
intuisco che la nanoelettronica punta anche a questo, ma
mi mancano i termini pratici...

> > Qual'� la relazione fra magnitudine ed indice?
> E' quella che ho detto: gli indici di colore sono semplicemente le
> differenze delle magnitudini su due colori: es. U-B e B-V.

Ok.

> popinga ha scritto:
> > sulla fotometria ho sempre avuto molta confusione.
> > un buon libro in cui studiarla facilmente una volta per tutte?
> Mi sa che chiedi una cosa impossibile :-)
> Primo, perche' la fotometria e' intrinsecamente complicata.
> Secondo, perche' ci sono diversi ambiti.
> Per es. la fotometria astronomica e' una cosa; la fotometria che
> chiamerei "visuale" perche' entra in gioco l'occhio (fotografia,
> schermi TV, illuminazione ...) e' un'altra.
>
> Tempo fa ho consigliato un libro: "Misurare il colore" (Hoepli).
> Non e' affatto un libro semplice, e un fisico ci si trova anche un po'
> a disagio.
> Pero' contiene un sacco di definizioni, informazioni su standard, cose
> di valore anche pratico.
> Prova magari a darci un'occhiata in una libreria, se lo trovi.

Anch'io al momento non ho trovato di meglio.

> --
> Elio Fabri
>
          

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Received on Fri Jan 06 2006 - 22:01:35 CET

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