Re: come insegnare relatività...

From: Paolo Avogadro <paolo_avogadro_at_libero.it>
Date: Thu, 05 Jan 2006 18:29:42 GMT

Ciao

>>Anche la lunghezza dei razzi � diminuita nel sr comovente?
> Beh, la lunghezza dei razzi (nel riferimento in cui i razzi sono in quiete)
> direi che non sia diminuita per definizione.
> Un razzo e' un corpo rigido, di conseguenza, per definizione, * e' * un
> misuratore di lunghezza. E' lui, il razzo, a decidere quanto valgono le
> lunghezze degli altri corpi. Il razzo dice: "Abbiamo stabilito
> convenzionalmente che io sono di lunghezza unitaria, quindi dobbiamo dire
> che, nel riferimento in cui sono ora in quiete, la distanza fra me e l'altro
> razzo e' 11 in quanto devo spostarmi di 11 volte la mia lunghezza per
> arrivare all'altro razzo. Prima la mia distanza dall'altro razzo era 10 in
> quanto dovevo spostarmi di 10 volte la mia lunghezza per arrivare all'altro
> razzo".

devo dire che quando ho studiato relativit� mi han fatto diventare assai
malfidente riguardo i cosiddetti corpi rigidi.
Per misurare delle distanze in un sr inerziale non � meglio un buon
orologio, una lampadina e uno specchio?

Per capirci se l'astronave � sferica (per esempio prendiamo la Morte
Nera) nel sr da cui parte (il famoso O). Accende i razzi e accelera
diciamo fino a gamma =5, poi li spegne.
Denotiamo il sr che si muove con l'astronave con (2). Supponiamo di
misurare l'astronave colla luce come scritto sopra in (2), troviamo che
l'astronave � ancora sferica? (la risposta deve essere s� secondo me
perch� in caso contrario potrei osservare il mio stato di moto in un
laboratorio semplicemente guardando la deformazione di qualsiasi oggetto
sferico)

> Certo, si potra' dire: "E il filo perche' non potrebbe dire la stessa cosa
> (cioe' perche' non potrebbe dire"abbamo stabilito che io sono lungo 10,
> quindi la distanza fra i due razzi e' 10 ora ed era 10 anche prima")?
> Perche' diciamo che il filo dovrebbe spezzarsi e non diciamo la stessa cosa
> per i razzi?"
> La risposta che da' Rindler, per come l'ho capita io, e' la seguente:
> "Un corpo rigido non puo' accelerare in maniera tale da avere ad entrambi
> gli estremi la stessa accelerazione. L'accelerazione deve essere distribuita
> lungo il corpo rigido nella maniera "giusta" (in qualche post di qualche
> tempo fa dovrei aver riportato anche un po' di formule che comunque sono sul
> Rindler) in modo tale da far si' che in ogni istante, nel riferimento di
> quiete del corpo, la sua lunghezza rimanga invariata".
> Questa e' proprio la risposta che a me parrebbe inaccettabile per i motivi
> che riportavo in altro thread un paio di giorni fa.
A questo devo pensare un po'!

ciao
   Paolo
Received on Thu Jan 05 2006 - 19:29:42 CET

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