(wrong string) � della luce

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Fri, 23 Dec 2005 12:15:22 +0100

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:docb9j$2qh7$5_at_newsreader2.mclink.it...
> Bruno Cocciaro ha scritto:

> Se capisco bene quello che scrivi, mi sembri affetto da un eccesso di
> radicalismo ;-)

Mi viene da pensare ad una trasmissione di qualche tempo fa in cui Feltri
criticava Veronesi per la legge antifumo. Diceva qualcosa tipo: "Veronesi,
come tutti gli ex-fumatori, e come tutti i convertiti in genere, e' un
radicale. Non ha fatto una legge per il rispetto reciproco, ha fatto una
legge per la persecuzione dei non convertiti" :-).
Bene, io, sulla questione in oggetto, per dirla con Feltri, sono un radicale
come tutti i convertiti :-), e appena sento da lontano un po' di "odore di
fumo" mi viene da comportarmi "alla Veronesi" (fra l'altro sarei anche un ex
fumatore e ho atteso per anni una legge come la sua :-)).

> E' vero che attualmente la velocita' della luce e' _definita_
> 299792854 m/s (vado a memoria).
> Ma questo rende forse inutili misure del genere?
> A parte il valore didattico, uno ha degli strumenti per misurare il
> tempo e le lunghezze. Vuole vedere che con i suoi strumenti trovera' un
> numero in accordo con quello "ufficiale".

Beh ... da buon radicale ... il fatto e' che a me queste "misure" non
sembrano
inutili ma dannose in quanto danno da intendere che si sta misurando
qualcosa quando in realta' non e' cosi'. L'unica cosa che si puo' verificare
con un esperimento del genere e' se i propri strumenti di misura sono a
posto (e nemmeno se ne avrebbe la certezza perche' potrebbe anche essere il
metro usato troppo lungo e l'orologio usato troppo lento ma i due effetti
potrebbero compensarsi esattamente): se si trovera' un numero in accordo con
il valore "ufficiale" allora si puo' dire che gli strumenti di misura usati,
forse, sono a posto.

Analizziamo la misura di cui parli nella risposta a Rosoni.
E' ovvio che per poter misurare la velocita' one-way della luce (cosi' come
di qualsiasi altra cosa) abbiamo bisogno di un orologio nel punto A e di un
altro orologio nel punto B. Si aprirebbe il problema della sincronizzazione
fra orologi lontani pero' chi si oppone alla convenzionalita' della
simultaneita' (e sostiene che la velocita' one way sia misurabile) dice in
sostanza che possiamo trasportare "lentamente" un orologio da A verso B
cosi' che, se il trasporto lo abbiamo effettuato in maniera sufficientemente
lenta, una volta arrivato in B l'orologio trasportato segnera' l'istante
"giusto". Questo e' anche quello che pensavo io quando non ero ancora un
"convertito".

Ma analizziamo per bene cosa succede quando trasportiamo questo orologio.
Chiamiamo Ot l'orologio trasportato, Oa e Ob gli orologi fissi
rispettivamente in A e in B.
Ot segna lo stesso istante di Oa quando sta passando davanti a Oa (chiamiamo
ta tale istante), poi continua il suo viaggio e quando arriva in B segna
l'istante ta+dTau.
A questo punto, a voler essere precisi (liberandoci anche dal vincolo della
"lentezza" del trasporto), diciamo che fissiamo l'istante dell'orologio
fisso in B all'istante:
tb=ta+dTau*SQRT(1+(dX/(c*dTau))^2)
essendo dX la distanza fra A e B.
Si potrebbe dire:
"Faccio in modo che dTau sia molto grande (cioe' il trasporto molto lento)
cosi' con ottima approssimazione posso dire di fissare Ob all'istante
tb=ta+dTau, e questa scelta non e' "convenzionale" perche' e' "vero" che
l'intervallo di tempo misurato da Ot, cioe' dTau, e' molto piu' grande di
dX/c, quindi noi non abbiamo effettuato nessuna "scelta", semplicemente
abbiamo detto che tb-ta e' uguale al risultato di una misura effettuata da
un orologio trasportato lentamente. Quello e' il "vero" tb-ta, se decidessi
di fissare Ob all'istante ta+dTau+5 s avrei operato una aggiunta arbitraria
di 5 s che non e' stata in niente suggerita dai fatti. I fatti (la misura)
hanno detto dTau, non dTau+5 s".

Possiamo anche decidere di ragionare alla maniera detta sopra, pero',
secondo il mio parere (non solo il mio per la verita') dobbiamo
necessariamente riconoscere che cosi' facendo stiamo *assumendo* che la
velocita' della luce in andata sia uguale a quella in ritorno. Quindi, se
ragioniamo in quella maniera (cioe' se decidiamo di fissare l'istante di Ob
come sopra) non ci dovremo stupire nel trovare
candata=critorno=cdiandataeritorno. E' ovvio che troveremo questi risultati
perche' abbiamo fissato gli orologi in maniera tale da far si' che venissero
fuori proprio quei risultati (cioe' la misura di cui parli nella risposta a
Rosoni, la pendenza della retta, e' gia' decisa prima ancora di effettuare
la misura).

Dobbiamo solo vedere perche', ragionando come sopra, si sta assumendo
candata=critorno=cdiandataeritorno.
Innanzitutto dobbiamo dire che tutti gli orologi, se sono buoni orologi,
sarano sincroni fra di loro, e tutti saranno sincroni all'orologio a luce
(cioe' se un "marchingegno" non fosse sincrono con l'orologio a luce in un
qualche riferimento inerziale allora quel marchingegno non lo chiameremmo
orologio).
Possiamo dunque pensare che Ot, l'orologio trasportato da A verso B, sia un
orologio a luce. Dal riferimento R in cui sono fissi i punti A e B, vedremmo
che la luce che rimbalza fra gli estremi di Ot percorre piu' strada nella
direzione A->B rispetto a quanta ne percorra in direzione B->A e la cosa non
ci disturberebbe se fosse veso che candata=critorno, ma ci disturberebbe se
fosse, ad esempio candata=(1/2)(candataeritorno). Cioe' rispetto ad un
qualsiasi orologio a luce fermo in R nel quale la luce percorre tanta strada
nel verso "lento" quanta nel verso "veloce", l'orologio viaggiante
percorrerebbe piu' strada nel verso lento rispetto a quella nel verso
veloce. Di questa cosa dovremmo tenerne conto una volta arrivati in B:
leggeremmo l'intervallo di tempo misurato da Ot (cioe' dTau) poi non
potremmo settare Ob all'istante ta+dTau perche' sappiamo che Ot viaggiando
ha misurato il tempo in maniera "rallentata". Dovremmo quindi settare Ob
all'istante ta+dTau+qualcosa e il qualcosa da aggiungere dipenderebbe dalla
differenza fra candata e critorno. E l'aggiunta di quel qualcosa fara' si'
che "misurando" candata sulla base delle "misure" dX e tb-ta (le virgolette
riguardano solo tb-ta in quanto dX e' il risultato di una misura) si
ritrovera' ovviamente il valore candata=(1/2)(candataeritorno).

Certo nessuna misura potra' dirci che gli orologi trasportati (lentamente)
verso destra sono piu' "lenti" degli orologi trasportati (lentamente) verso
sinistra, ma e' anche vero che nessuna misura puo' garantirci sul fatto che
la cosa non sia vera. Cioe' nessuna misura potra' mai garantirci che
candata=(1/2)(candataeritorno), ma non potra' nemmeno garantirci che
candata=candataeritorno. Cioe' candata e' non misurabile per principio, la
sua "misura" dara' sempre come esito il valore che noi abbiamo
implicitamente imposto.

Io, dopo la "conversione", di quanto detto sopra sarei arciconvinto. Non
riesco proprio ad immaginare come si possa mettere in dubbio.

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Fri Dec 23 2005 - 12:15:22 CET

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