"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> ha scritto nel messaggio
news:dktls7$1qbg$1_at_newsreader2.mclink.it
> Cominciamo col dire che dei due integrali che scrivi, entrambi
> corretti, solo il secondo risponde alla richiesta.
> Infatti se gia' conosci s1 e s2, come e' necessario per il primo
> integrale, la risposta e' banale e non servono integrali.
Va bene che sono piccolo...ma mica scemo :-)
Li ho scritti entrambi per mostrare la notazione, mica per l'utilit� ai fini
del mio "problema"
> Acc... te ne sei accorto :)
eggi� ;-)
> Non c'e' niente di male a esplicitare il fatto che f e' funzione di t,
> scrivendo df(t)/dt.
Certo.
> I piu' rigidi dicono che sta solo a indicare la variabile su cui si
> integra, ma non ha alcun altro significato o funzione.
ok
> Pero' la scrittura df/dt puo' venir letta come "rapporto tra
> infinitesimi" (e cosi' l'intendeva Leibniz).
Si si, lo so. Ma io penso a dy/dx solo come "formuletta" per indicare la
derivata (pi� correttamente indicata con y'(x), credo). Per�, se definisco i
differenziali a partire dalla derivata, posso fare anche la felice scoperta
(dell'acqua calda) che la derivata � - vedi un po' il caso - uguale al
rapporto tra due differenziali.
Ti chiedo, allora, intendendo df/dt come rapporto tra due quantit� finite
che si chiamano differenziali, posso o no utilizzare la forma dy(t)/dt?
O, in altre parole, essendo
y=y(x),
mi sembra normale dedurre che:
dy = dy(x)
(il che, mi verrebbe da dire, vale anche per i banditissimi infinitesimi di
Leibniz).
No?
> Ma queste non sono cose per te: sei troppo piccolo ;-)
Nonno malvagio! Mi mandi a letto prima del carosello. :-((
Grazie.
Received on Thu Nov 17 2005 - 11:51:36 CET
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