Re: Le tre dimensioni.

From: Aleph <no_spam_at_no_spam.com>
Date: Tue, 15 Nov 2005 15:14:43 +0100

Winston Smith ha scritto:

> Aleph wrote:
> >> La meccanica analitica (per es. nel formalismo lagrangiano) � del tutto
> >> insensibile all'effettivo numero di dimensioni spaziali, quindi per ci�
> >> che riguarda la dinamica non ci sono problemi.
> >
> > I problemi permangono invece e sono ineliminabili per ragioni di
> > principio, poich� non c'� alcuna necessit�, n� di ordine logico n�, tanto
> > meno, di ordine fisico, che giustifichi (e tanto meno obblighi) a dedurre
> > la fisica di un ipotetico universo a quattro dimensioni spaziali,
> > generalizzando *banalmente* (aggiungendo un altro valore possibile per
> > l'indice che compare nelle equazioni di Lagrange) le leggi che sappiamo
> > essere valide, sulla base del confronto con l'esperienza, per il nostro
> > universo reale.

> Al contrario: una tale generalizzazione "banale" � motivata proprio
> dall'idea di mantenere la validit� di alcuni principi fondamentali come
> isotropia e omogeneit� dello spazio e relativit� galileiana.

A parte che per quanto riguarda l'Universo globale le propriet� di
omogeneit� e isotropia, che vengono normalmente assunte, potrebbero anche
non esser valide (specialmente l'isotropia), non vedo proprio la necessit�
di estenderle alle teorizzazioni giocattolo relative all'insieme dei
"mondi possibili".
E in ogni caso la forma specifica delle equazioni di Lagrange (o di
Newton) non � affatto interamente deducibile da propriet� generali come
l'omogeit�/isotropia dello spazio e il principio di relativit�.

> In parole pi� povere: se stai dicendo che in un universo immaginario
> posso formulare le leggi che voglio, allora scusa ma � una banalit�.

Un universo immaginario � un puro parto della fantasia che non ha a priori
alcun legame necessario con la fisica del mondo reale.
L'unico limite nel proporre universi immaginari, corredati delle
rispettive fisiche, � la nostra fantasia e ogni criterio che puoi pensare
di adottare per incrementare l'oggettivit� e la necessit� di tali
giocattoli teorici �, in ultima analisi, arbitrario.

> L'idea di Ehrenfest, almeno cos� mi pare di aver capito, � quella di
> studiare un universo il pi� possibile simile al nostro tranne che per il
> numero delle dimensioni spaziali; idea che io personalmente trovo
> interessante di per s�, a prescindere da quello che pu� (o non pu�)
> dirci sul nostro universo.

Le attivit� ludiche, anche quelle di natura intellettuale, hanno comunque
un valore di per s�, ma per quanto riguarda la fisica, e il P.A. a torto o
a ragione trova posto in questa disciplina, ci� che conta � stabilire una
relazione tra teoria e realt�.

> > E argomentando e deducendo analiticamente, a
> > partire dalle premesse extrarealistiche sancite da questo nebuloso
> > castello multidimensionale, si pretende infine di ricavare conclusioni
> > valide per l'Universo reale.

> Mi par di leggere tra le righe una velata polemica verso la teoria delle
> stringhe...

Non in particolare, non ne so quasi nulla.
Tuttavia � chiaro che se una teoria fisica non � in grado (praticamente)
di fare previsioni falsificabili il suo possibile valore sul piano
conoscitivo decade paurosamente: "it,s not even wrong", appunto.

> > Un grandissimo fisico del '900 in relazione alla fumosit� di certi
> > approcci teorici ebbe a dire: "It's not even wrong".

> Conoscevo la citazione, ma non l'origine: di chi si tratta?

Wolfgang Pauli.

Saluti,
Aleph

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Received on Tue Nov 15 2005 - 15:14:43 CET

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