Re: cuore della meccanica quantistica, relatività e domanda
Ai tempi di Einstein, il principio di relativit� Galileiano,
cio� riguardante solo i fenomeni meccanici, era accettato da tutti.
L'estensione ai fenomeni elettrodinamici era in discussione, ma
non per motivi sperimentali, ma per puri motivi teorici
(la non covarianza delle equazioni di Maxwell rispetto al gruppo
di Galileo).
Chi oggi volesse negare la validit� del principio di
relativit� esteso dovrebbe prima di tutto esibire fenomeni
sperimentali
interpretabili come violazioni dell'equivalenza delle descrizioni
della fisica nei diversi sistemi inerziali.
Per fare cio' tu consideri particelle "esotiche" dette tachioni.
Formalmente un tachione � una particella che viaggia pi�
velocemente della luce *con la nozione Einsteniana di
sincronizzazzione*.
Ora perch� tali particelle dicano qualcosa di fisico devono
poter interagire con al materia ordinaria con relazioni di causa
effetto, altrimenti sarebbe come se non esistessero (anzi sarebbe
dura definire la differenza tra le due situazioni) .
In definitiva, se esistessero questi tachioni in grado di violare
il principio di relativit� dovremmo osservare fenomeni fisici
riguardanti (anche) materia ordinaria, violanti il principio
di relativit�. In definitiva dovremmo esibire fenomeni che avvengono
in un riferimento, ma che siano assolutamente impossibili da riprodurre
in un altro (� in questo modo che si evidenza la violazione di
simmetria sotto inversione di parit� per i decadimenti deboli,
quando si considerano riferimenti che differiscono per l'operazione
di inversione di parit�).
Nessuno fin'ora ha mai osservato tali fenomeni.
Potrebbero avere un riscontro sperimentale in futuro, cosi'
come si potrebbe scoprire un giorno che il principio di
conservazione dell'energia � falso. Per il momento il principio
di relativit� rimane un saldo fondamento della fisica e di conseguenza
rimane tale la struttura causale dello spaziotempo (indipendentemente
dalla convenzionalit� del principio di sincronizzazzione).
Discutendo delle correlazioni EPR della teoria quantistica:
perch� non possiamo considerare una delle due misurazioni come
causa e l'altra effetto? Perch� possono avvenire
tra eventi causalmente separati e sappiamo che, in questo caso
non si pu� parlare di relazioni causa-effetto a meno di non violare
il principio di relativit�. Tuttavia NON risulta, sia teoricamente che
sperimentalmente (che io sappia) che i fenomeni EPR diano luogo
a violazioni diretta o indiretta del principio di relativit�.
Per� si pu� anche vedere la cosa direttamente.
Nella nostra idea di causa-effetto c'e' anche la richiesta che
la causa possa essere "preparata" o "non preparata" a
discrezione dello sperimentatore. Per i fenomeni EPR questo
� impossibile: non si pu� imporre in alcun modo ad una delle
due particelle dell'esperimento EPR di comportarsi "come piace
a noi" producendo l'esito da noi voluto sotto l'esperimento di spin
(o elicit�). In questo modo non possiamo "fare accadere
qualcosa in un posto, agendo nell'altro" ed usare i fenomeni
EPR nelle "catene causa effetto" di cui discutevamo nell'altro post.
Ciao, Valter
Received on Sun Nov 20 2005 - 21:50:48 CET
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