Il 14 Ott 2005, 14:32, Federico Zema <Federico.Zema_at_cern.ch> ha scritto:
> Ciao,
> prima dell'avvento della MQ si riteneva impossibile che l'informazione
> potesse viaggiare piu' veloce della luce, ma poi ci si e' resi conto che
> non e' cosi'!
>
> La cosa tuttora valida e' che un rapporto di causa-effetto non puo'
> viaggiare a velocita' maggiori di c.
>
> Detto in termini tecnici, la localita' e' violata, ma la causallita' no.
Non sono d'accordo :-) La teoria dei campi usa regole di commutazione
locali. Quindi la localita' e' garantita, nominalmente, dalla costruzione
stessa
della teoria, tuttavia i campi sono estesi spazialmente. La conseguenza di
questa estensione dei campi, e' che e' possibile avere correlazioni fra
misure
separate da un intervallo di genere spazio, ma la conseguenza della
localita'
delle regole di commutazione e' che non e' possibile conoscere modificazioni
avvenute su un apparato di misura posto ad intervallo di genere spazio
usando le
misure avvenute in loco. Il che significa, in altre parole, che esiste una
violazione
misurabile della ipo-luminalita' del nesso causa-effetto, ma questa
violazione
non puo' essere dimostrata prima che i taccuini su cui le misure dei due
attori
sono riportate siano confrontati direttamente. La stessa teoria vincola il
trasporto
dei taccuini ad avvenire a velocita' minore della luce, infatti l'evoluzione
dello
stato dei campi generati dalle proiezioni locali e' ipo-luminale. Ovviamente
si
tratta di una teoria, ed ammette dei margini ipotetici.
> Nell'esempio che hai fatto tu, e che ricorda molto il paradosso EPR, tu
> puoi sapere istantaneamente cosa stanno rivelando dall'altra parte (la
> localita' e' rotta), ma bada bene che *non* puoi deciderlo tu (la
> causalita' e' rispettata).
>
> Ciao
> Federico
>
--------------------------------
Inviato via
http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Wed Oct 19 2005 - 13:00:05 CEST