Interessantissimo thread, questo. Chiedo il permesso di intervenire,
anche se non potr� contribuire tecnicamente alla discussione.
Mi pare che, dai discorsi sin qui fatti, non vi sia accordo unanime
sull'interpretazione da dare alla MQ.
Gi� persone del livello di Einstein e Dirac rifiutavano ci� che
appariva come un'assurdit�: ovvero il libero arbitrio, apparente,
delle particelle fisiche. Che questo libero arbitrio eliminasse, poi,
il principio di causa-ed-effetto non era evidente allora, come non lo
� oggi.
Il principio di causa-ed-effetto alla persona comune - ad.es. 'me' -
appare un'ovviet�; come il fatto che le cose esistono. Esistono
perch� si. Forse non � cos� ovvio, per�, ma ragioniamoci un attimo
su, per assurdo con un esempio.
All'improvviso un elettrone emette un fotone. Dopo attente analisi si
stabilisce che, date le conoscenze fisiche attuali, quell'elettrone non
avrebbe mai dovuto emettere - in quel preciso istante e a quelle
precise condizioni fisiche - un fotone. Allora, perch� ci� �
avvenuto?
Alcune risposte plausibili, che rispecchiano diversi punti di vista:
1. l'elettrone non poteva in alcun modo non emettere un fotone in
quell'istante; se lo ha emesso, deve esserci per forza una causa. Il
fatto che a noi pare impossibile che l'elettrone, in quelle condizioni,
abbia emesso un fotone � dovuto alla nostra conoscenza incompleta
della Natura.
2. non esiste un motivo per cui l'elettrone abbia emesso un fotone in
quel determinato istante, ove per motivo intendo 'ragione fisica'. Se
ci� � accaduto, e non doveva accadere, � dovuto esclusivamente al
libero arbitrio della Natura, per quanto assurdo possa sembrare. E' lo
stessa risposta alla domanda 'Perch� oggi sei andato al mare invece
che in montagna?' 'Perch� cos� mi andava'.
3. non v'� un'unica causa ben definita per cui l'elettrone abbia
emesso un fotone in quell'istante. C'� un ventaglio di cause,
mutuamente esclusive, che hanno una certa probabilit� di essere quella
giusta, e questa incertezza non � dovuta all'imperfezione dei nostri
modelli con cui descriviamo il mondo, o degli strumenti che
utilizziamo, ma � dovuta alla Natura; la Natura ammette, ad una certa
scala, pi� cause per un certo effetto.
Allora, qual � la risposta giusta? Il mio punto di vista, personale,
� il primo. Ritengo che abbiamo una conoscenza molto ma molto
incompleta della Natura, e non solo dei suoi pi� intimi meccanismi, ma
anche dei principi che ne stanno alla base. Ritengo che abbiamo una
conoscenza solo 'intuitiva' di quello che accada realmente, e se la
tecnologia funziona � perch� riusciamo, con buona approsimazione, ad
indovinare i risultati. Ma indovinare non vuol dire essere sulla giusta
strada. Gi� su questo ng ho letto che alcuni dicono come alcune
attuali teorie semplicemente indovinino i risultati, o che le conferme
sperimentali delle teorie siano un caso (ora non ricordo i thread
specifici). Beh, questo � formidabile. Vuol dire che non ci si capisce
veramente niente...Come se la Natura volesse, in qualche modo, metterci
sulla strada sbagliata ogni volta. Qualcuno qui una volta disse
'Immaginatevi se Dio combiasse le leggi della Natura ogni volta che ci
avviciniamo di poco alla verit�. Ogni volta dovremmo ricominciare
daccapo'. Beh, a me pare che le cose stiano proprio cos�.
Tornando al nostro discorso: accettando la numero 2 come risposta,
ovvero 'l'elettrone ha emesso il fotone perch� cos� andava alla
Natura' destituiamo la Scienza della sua efficacia. Ammettiamo che,
alla fine, tutti i nostri sforzi sono vani e che nessuna teoria, per
quanto matematicamente complessa sia, potr� mai azzardarsi a predire
alcunch� 'se alla Natura non va.'
Capite? La Scienza si basa su questo. Si basa sul principio di
causa-ed-effetto. Se questo non esiste, mi dite che cosa possiamo
essere in grado di prevedere? Nulla. Nemmeno se domani ci sar� il Sole.
Received on Tue Oct 18 2005 - 14:05:26 CEST
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