Re: il suono su un sistema in moto: paradosso!

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Tue, 11 Oct 2005 18:00:32 GMT

                                        Il 10 Ott 2005, 21:21, Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> ha scritto:
> Tetis ha scritto:
> > ...
> > Quello che intendo � che il principio dei taccuini si applica anche
> > nella formulazione einsteniana della relativit�: pari pari. Ma � un
> > principio molto potente che va oltre la relativit� ristretta, con il
> > principio di equivalenza ed in qualche modo � un prinpio talmente
> > potente da risultare almeno in parte avolto nel mistero, un poco come
> > lo spazio il tempo e tutte le categorie che ci sono date dalla
> > percezione. Sappiamo che ci sono, sappiamo descriverli e
> > quantificarli, non sappiamo addiruttura pensare a prescindere dalla
> > loro esistenza e quindi non riusciamo a guardarli con il distacco
> > oggettivo con cui guardiamo all'essenza di altri fenomeni. Qui torna
> > in altra salsa il tema del dogmatismo. :-)
> Uhm...
> Debbo dire che la tua interpretazione non mi convince.
> Troppo filosofica in senso kantiano...

Nemmeno un po'. Non ho parlato di Kant ed apposta
ho detto dogmatismo, quello che intendo e' che se
Galileo Galilei si fosse fermato a pensare dell'immobilita'
della terra che e' da assumere in quanto non abbiamo
esperienza di moto e non possiamo guardare la scena
dall'esterno non sarebbe arrivato da nessuna parte.
Ma se poniamo in relazione fra loro i fatti che osserviamo
tutti insieme possiamo giungere ad un quadro di rappresentazione
che ci permette di valicare i confini della nostra esperienza con l'ausilio
dell'immaginazione e di un modo retto di ragionare. Quello che
dico e' che nell'insegnamento ed ancora nella ricerca il punto di
vista per cui spazio e tempo sono strutture da descrivere per come
sono senza che sia lecito tentare di andare oltre e' ancora
molto forte, nonostante gli sforzi di sempre di trovare un motivo
alle tre dimensioni spaziali. Esistono delle strutture teoriche che
vanno nella direzione di superare questo punto di vista, e che
muovono dall'esperienza stessa delle strutture di spazio e di
tempo.

> Io ho un atteggiamento piu' empirista.
> Il pr. dei taccuini funziona dove e quando funziona.
> Se cio' accada, ed entro quali limiti, puo' dircelo solo l'esperienza.
> Da 50 anni dovremmo essere vaccinati su questo: pensa alla storia dela
> parita'.
> Perche' non usare un pr. dei taccuini fra destra e sinistra?
> E invece non si puo'!

E nemmeno cambiare il verso di rotazione della terra si puo',
ne' si puo' esagerare con le simmetrie. Chi garantisce che non
siano un'illusione, una regolarita' statistica, un effetto di grandi
numeri? Eppure anche per questo vale, nella pratica, un principio
di precauzione secondo cui sembra verificarsi sempre che: finche'
non si includa un'evidenza in uno schema, basato su nuove premesse,
che spieghi anche altre evidenze vengono ritenute soddisfacenti le teorie
di piu' lunga tradizione per quanto complesse e difficili possano risultare
nella
applicazione. Mi sembra che valgano poche eccezioni. Per esempio
la meccanica analitica: la sistemazione razionale ed il guadagno di
efficienza che derivarono per le applicazioni portarono all'accettazione
pratica del nuovo punto di vista variazionale pure se nessuna estensione
ne' significativa modificazione venivano apportate alla visione del mondo
della meccanica newtoniana.

> ------------------------------
> Elio Fabri
> Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
> ------------------------------
>
   

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Tue Oct 11 2005 - 20:00:32 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:18 CET